La tana degli spacciatori nei locali occupati del Comune di Roma: blitz della Dia, 6 arresti

Avevano occupati i locali del Comune prima adibiti a sala giochi trasformata in un fortino dello spaccio

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Roma

Avevano occupati i locali del Comune prima adibiti a sala giochi trasformata in un fortino dello spaccio a Casal Bruciato, in via Sebastiano Satta. I Carabinieri della Compagnia di Piazza Dante, insieme al Nucleo Cinofili di Santa Maria di Galeria e dal Nucleo Elicotteri Pratica di Mare, hanno dato esecuzione a un’ordinanza, di arresto per 6 uomini, 5 in carcere e 1 ai domiciliari.

Sono indagati a vario titolo di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

L’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma, Direzione Distrettuale Antimafia e condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Piazza Dante, dal novembre 2023 all’aprile scorso, ha consentito di raccogliere gravi elementi indiziari in ordine all’esistenza di un’associazione che gestiva una piazza di spaccio a Casal Bruciato, in via Sebastiano Satta, e nello specifico come base in un locale ex sala giochi, occupato abusivamente dagli indagati, di proprietà del Comune di Roma.

 

 

Il "supermercato" di cocaina e crack

L’organizzazione garantiva agli acquirenti l’acquisto di cocaina e crack, sostanze per le quali pusher e vedette utilizzavano un codice alfa numerico cifrato con il quale indicavano i quantitativi e la qualità della sostanza quotidianamente comprata e venduta. Attraverso i riscontri effettuati, i Carabinieri hanno accertato che la postazione del pusher, collocata all’interno di una “bisca”, era protetta da una porta in ferro, installata abusivamente e gestibile solo dall’interno. A ulteriore difesa del pusher era prevista una rete di vedette, alcune delle quali chiamate ad osservare gli ingressi nelle strade di accesso al locale, altre, invece, ad effettuare un controllo preventivo degli acquirenti appena arrivati: la necessità era oltre quella di scongiurare la presenza di operatori delle forze dell’ordine in abiti borghesi, sapere in anticipo il quantitativo e il tipo di sostanza stupefacente richiesta. Superato il primo controllo, la vedetta, senza utilizzare ricetrasmittenti, a rischio di essere intercettate, ma solo attraverso segni convenzionali, faceva aprire il portone al pusher che veniva così raggiunto dal cliente per la successiva cessione.

Si entrava con l'accesso controllato da un video citofono

L’accesso al locale era regolato da un video citofono e da due telecamere poste all’ingresso, che consentivano la visione della persona che arrivava per l’acquisto e dell’area antistante all’ingresso. In alcuni casi le visite degli acquirenti erano precedute da contatti telefonici tramite piattaforme informatiche. Ai fini organizzativi e per mantenere le relazioni tra gli indagati e fornire le indicazioni quotidianamente necessarie venivano utilizzati apparecchi telefonici dedicati all’attività illecita e falsamente intestati. In caso di intervento delle Forze dell’Ordine, le vedette facevano allontanare gli acquirenti, mentre il pusher, lasciato chiuso il portone in ferro, abbandonava la propria postazione, nascondendosi in uno degli appartamenti dello stabile.

Oltre 24 mila euro in contanti

Nel corso dell’indagine è emersa anche una particolare attenzione da parte degli indagati alle modalità di rifornimento della piazza di spaccio. Solitamente le ricariche di cocaina e crack, per via delle ridotte dimensioni, venivano nascoste in cavità ricavate in serrande di alcuni locali disabitati nei pressi della piazza di spaccio. I due locali commerciali costituenti la bisca e un appartamento occupati abusivamente erano stati già sequestrati e liberati e successivamente restituiti al comune di Roma. I Carabinieri hanno inoltre sequestrato una pistola scacciacani priva di tappo rosso, due sistemi di videosorveglianza muniti di tre telecamere, materiale vario per il taglio e confezionamento dello stupefacente, 18 smartphone muniti di schede telefoniche, una rubrica recante date e numeri attinenti all’approvvigionamento della sostanza stupefacente, 24.155 euro in banconote da piccolo e medio taglio. Documentati nel corso delle indagini, 5648 episodi di spaccio di sostanza stupefacente per un volume di affari di decine e decine di migliaia di euro.