Lavorava in un container con amianto: malata di fibrosi polmonare condannata l'Inps. Era impiegata del Consorzio Casalpalocco
Riconosciuto il prepensionamento dopo 36 anni di esposizione alla fibra killer. Ezio Bonanni: “Sentenza storica che tutela chi non maneggia il materiale cancerogeno”
Il Tribunale di Roma ha condannato l’INPS a riconoscere il prepensionamento e a rivalutare la posizione contributiva della Sig.ra D.M. di 64 anni esposta all’amianto durante la sua attività professionale come impiegata presso l’ufficio amministrativo, ubicato nel container con materiali di amianto, del Consorzio di Casal Palocco.
La donna, ignara e inconsapevole della condizione di rischio, per 36 anni è stata esposta alla fibra killer, e ha subito un danno biologico causato da una fibrosi polmonare diffusa e ispessimenti pleurici riconosciuto anche dall’INAIL con precedente causa.
Nel piazzale del Consorzio lastre in cemento e cartoni di amianto
Nel piazzale in utilizzo al Consorzio venivano stipate lastre in cemento e cartoni amianto, e in alcuni casi, il materiale veniva stipato con esposizione alle intemperie, al vento, con riduzione allo stato polveroso ed aerodispersione e inalazione in danno dei lavoratori. La lavoratrice, dopo il riconoscimento della malattia professionale asbesto correlata, ha chiesto all’INPS la ricostituzione della posizione contributiva che era stata rigettata e, grazie al ricorso dell’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, ora ha finalmente ottenuto giustizia.
Bonanni, Ona: "Una svolta per gli impiegati"
“Questa decisione del Tribunale dimostra che ci sono state funzioni amministrative svolte in luoghi altamente contaminati, e rappresenta una svolta per gli impiegati esposti perché introduce una tutela che è sempre stata riconosciuta solo a chi manipolava il cancerogeno”, sottolinea Bonanni.