Le piccole e medie imprese studiano l'AI: utile? Inutile: il sondaggio Confapi
Tredici i quesiti per conoscere il sentiment delle Pmi italiane. Tabacchiera, Roma e Lazio: “Un'opportunità che va valutata e compresa”
Tredici quesiti per capire se l'Intelligenza Artificiale è un'innovazione futuristica oppure nell'esercito delle piccole e medie imprese rappresenta un'orizzonte da esplorare o un pericolo. Per capire, conoscere ed eventualmente introdurre in azienda il “sistema generativo”, Confapi ha lanciato un sondaggio tra i suoi iscritti.
La Conferdeazione italiana delle piccole e medie imprese, 116 mila iscritti e oltre 1 milione di addetti nei diversi settori dell'economia ha spedito ai suoi associati un questionario in 13 punti con i quali di fatto “apre” all'AI, cercando di verificare se qualche impresa ha gettato il cuore oltre l'ostacolo ed ha iniziato ad utilizzare applicazioni basate sull'AI oppure ha intenzione di farlo, oppure ancora ha un atteggiamento scettico o totalmente negativo.
Le possibili applicazioni per le piccole e medie imprese
I campi di applicazione sui quali Confapi indaga vanno dai servizi ai clienti, all'analisi dei dati, sino all'automazione dei processi ma anche l'uso di metodi predittivi per ottimizzare la gestione o pianificare la produzione. Infine, ed è il tema più delicato le possibili implementazioni per rilevare e prevenire minacce informatiche e le possibilità che offre nei processi di selezione del personale o la formazione.
“L'uso dell'Intelligenza Artificiale all'interno delle aziende è un 'opportunità che va assolutamente valutata e compresa – commenta Massimo Tabacchiera, presidente di Confapi Roma e Lazio – le nostre aziende e la loro tipica dinamicità non avranno difficoltà ad aprirsi, anche alla luce del Disegno di Legge Cyber che il Governo dovrebbe licenziare al più presto”.