“Leccaculo di Conte”, si può scrivere. Sgarbi vince la causa contro Scanzi
Il critico d'arte assolto per aver preso a insulti il giornalista Scanzi: “Pronunciate in stato d'ira determinato da fatto altrui”
“Scanzi sarebbe abituato a pratiche sadomaso, contento a prenderlo nel culo da Conte, bravo solo a leccare”. Nonostante il tono, il Gip del Tribunale di Macerata ha assolto Vittorio Sgarbi dalla querela presentata da Andrea Scanzi, per due posto su Facebook in cui il critico d'arte prendeva a insulti il giornalista.
Una sentenza che farò giurisprudenza perché, come recita il comunicato ufficiale del team di Vittorio Sgarbi, pubblicato sempre sui social, le frasi non sono punibili, in quanto pronunciate “in stato d’ira determinato da un fatto ingiusto altrui”.
Scrive l'ufficio stampa di Sgarbi: “Il Gip del Tribunale di Macerata - come già aveva fatto lo scorso 29 ottobre il Tribunale di Enna - ha ritenuto che le frasi di Sgarbi pronunciate in due video (postati sul proprio profilo facebook in data 11 e il 12 maggio 2020) non siano punibili perché pronunciate “in stato d’ira determinato da un fatto ingiusto altrui” (e cioè dello Scanzi). Sono quindi state respinte le tesi del querelante Scanzi (difeso dall’avv. Caterina Malavenda di Milano) ed accolte quelle dell’avv. Giampaolo Cicconi (difensore di Vittorio Sgarbi) e della stessa Procura di Macerata. Le frasi incriminate: “Scanzi sarebbe abituato a pratiche sadomaso, contento a prenderlo nel culo da Conte, bravo solo a leccare. Scanzi è un fascistello, fascita, faccia di merda, cervellino sifilitico, povero demente , capretta molesta”.
Pace fatta tra i due? Neanche per sogno, è in arrivo una nuova puntata.