Madonna Trevignano, la collina di Gisella Cardia non c'è più. Vietato pregare, sconfitta al Consiglio di Stato

La giustizia amministrativa respinge il ricorso dell'Associazione Madonna di Trevignano. Sulla collina fronte lago solo agricoltura, niente folla e visioni

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Gisella Cardia
Roma

Il caso della Madonna di Trevignano entra di diritto nella saga dei “miracoli” mancati e questo perché la “forza della fede” della veggente Gisella Cardia nulla può di fronte al Consiglio di Stato che ha rigettato il 29 agosto il ricorso contro l'ordinanza del Tar che obbligava a sgomberare la collina dell'Associazione Madonna di Trevignano.


Non ci sono mai state apparizioni, la Cardia e la sua associazione hanno pregato un Dio che non è mai stato al loro fianco e adesso dovranno sgomberare la collina da ogni oggetto “sacro”, sedie comprese, perché quel terreno è vincolato come Parco e non ha una destinazione d'uso se non agricola. Al massimo potranno piantare, vista la stagione, le prime cavolacee che potranno dare cavoli, cavolfiori e broccoli in pieno inverno. Dal 29 agosto lì non si può più pregare.

Il Comune alla fine ottiene giustizia. Ma c'è chi sognava già un santuario

Ha vinto il diritto con l'escamotage utilizzato un po' tardi dal Comune di Trevignano di far valere la destinazione d'uso agricola che quindi non prevede folle di fedeli, servizi e magari il sogno che cullava qualche sagace costruttore di realizzare vista lago il “santuario della Cardia”.

La Cardia cercherà un'altra collina?

Per mettere l'ultima pietra su una vicenda che ha appassionato l'Italia e ha costretto la Chiesa Cattolica a disconoscere l'estasi mistica, bisognerà attendere l'ultima mossa della famiglia Cardia. Perché a Trevignano c'è chi scommette che fallita la prima collina la veggente ne cercherà un'altra magari in un altro Comune.