Multe pesanti ai clienti delle prostitute: il ddl punitivo della Maiorino M5S

Il 28 marzo depositato il ddl di Alessandra Maiorino. Cosa succede in Europa nel volume di Ugo Rosenberg

di Patrizio J. Macci
Roma
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I Cinque Stelle hanno deciso di punire severamente i clienti della prostituzione per tentare di cancellare definitivamente il fenomeno. È quello che si evince leggendo il disegno di legge presentato dalla senatrice Alessandra Maiorino e pubblicato sul sito web del Senato della Repubblica il 28 marzo 2022: “Modifiche alla legge 20 febbraio 1958, n. 75, e altre disposizioni in materia di abolizione della prostituzione”.

Avete letto bene: abolizione, l’intenzione dei proponenti è quello di eradicare la prostituzione emendando il testo di una legge in vigore.

A firmarlo sono una pattuglia di pentastellati e la senatrice di Liberi e Uguali Loredana De Petris. Ma bisogna riavvolgere il nastro fino al 1958 quando, con una battaglia combattuta con il coltello fra i denti, la senatrice Lina Merlin con la sua legge fece chiudere definitivamente le case di tolleranza punendo ogni forma di sfruttamento, favoreggiamento e induzione alla prostituzione ma senza mai andare a sanzionare i clienti. Il testo proposto dalla senatrice Maiorino invece prevede per i fruitori multe da 1.500 a 5.000 euro; qualora il questore individuasse un "carattere non episodico" in tale condotta, vi sarà un'ammonizione e si potrà in seguito arrivare, in caso di recidiva, al carcere, con una pena compresa tra i sei mesi e i tre anni.

Una svolta radicalmente abolizionista che nega alla radice la possibilità che una persona possa prostituirsi senza essere costretta, coartata o usurpata della propria volontà e dignità. Gli estensori della riforma si appellano a un recente pronunciamento della Corte Costituzionale che, chiamata in causa, ha sentenziato “escludendo che la prostituzione “libera” sia riconducibile ad una sfera di autodeterminazione sessuale e di esplicazione della personalità mediante la sessualità”. Questi i fatti, i dubbi (tanti) cominciano quando si arriva all’applicabilità di una legge simile qualora fosse approvata. Nell’ultimo weekend di marzo (dati facilmente verificabili on line sui siti che ospitano gli annunci di escort) nella sola città di Roma circa 10 mila sex worker risultavano attive indoor e pronte a incontrare i propri clienti su appuntamento. È fuori da ogni ipotesi e capacità organizzativa delle forze di polizia la possibilità di effettuare appostamenti o irruzioni presso appartamenti e alberghi per cogliere in flagrante i clienti. Anche l’idea di eliminare la prostituzione stradale punendo i relativi fruitori lascia piuttosto perplessi, visti i precedenti: diversi sindaci provarono infatti, tramite ordinanze, a scoraggiare i patiti dei "puttan tour", multando tutti coloro che contrattavano in strada prestazioni sessuali a pagamento. Iniziative che si dimostrarono palesemente inefficaci e non raggiunsero minimamente l'obiettivo di eliminare la prostituzione dalle strade; l'esito più rilevante fu invece quello di rovinare parecchi matrimoni, a seguito delle notifiche a domicilio delle sanzioni.

La legislazione europea sulla prostituzione

Ugo Rosenberg, autore del libro “Sex Work - La prostituzione in Europa... oltre i pregiudizi" e studioso delle differenti politiche in materia di prostituzione, esprime enormi riserve riguardo a questo disegno di legge: "Nei paesi europei (Svezia, Norvegia, Islanda, Irlanda, Irlanda del nord e Francia) dove analoghe normative sono già da anni in vigore, associazioni di sex worker e per i diritti umani condannano la criminalizzazione dei clienti, per le ripercussioni deleterie che ha soprattutto su coloro che si intenderebbe invece tutelare, ossia le prostitute. Queste, costrette ad operare in luoghi più nascosti e con una clientela più pericolosa (le persone ligie alle leggi hanno smesso di frequentarle), lamentano come siano aumentate le violenze ai loro danni e come incontrino maggiore difficoltà perfino ad esigere una corretta profilassi, a fronte di un numero più esiguo di clienti. La prostituzione non è affatto sparita; l'immediata diminuzione di quella stradale è stata nel tempo compensata da un incremento dell'attività indoor collegata ad annunci su internet. Anziché criminalizzare i clienti, sarebbe ben più proficuo, in un'ottica di rispetto dei diritti umani e contrasto alle infiltrazioni malavitose, riconoscere la prostituzione come un lavoro a tutti gli effetti, con conseguenti tutele, diritti e doveri (anche fiscali)". 

Lo spettro che aleggia intorno all'iniziativa legislativa della senatrice Maiorino somiglia all’annuncio dell’abolizione della povertà del 2018 sventolato da Luigi Di Maio. Peraltro sarebbe la prima volta che una svolta proibizionista si dimostra efficace e risolutiva in temi che riguardano la libertà personale. Lo Stato etico è dietro l'angolo.

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