Natale e Capodanno amari per i padri separati: sotto l’albero discriminazione e solitudine. La denuncia

"Padri separati e discriminati dalla giustizia", Codici ricorda "la solitudine e le difficoltà economiche"

di Pierluca Mancini
Roma

Solitudine e sofferenza: è così che migliaia di padri separati passeranno Natale e Capodanno, distanti dai propri figli. Festività vissute come un ricordo lontano di abbracci mai dati, regali mai consegnati e posti vuoti a tavola. A rammentare il dramma di migliaia di genitori e Ivano Giacomelli del Codici: "Il periodo più festoso dell'anno porterà con sè soltanto un dolore silenzioso e profondo per questi genitori".

Secondo i dati Istat, nel 2023 sono state circa 82mila le separazioni legali in Italia, con un abbassamento significativo di quelle consensuali. Questi numeri si accompagnano a un dato ancor più preoccupante: la crescente difficoltà dei padri separati nel mantenere relazioni equilibrate con i propri figli.

"Costretti a vivere in condizioni precarie"

La sofferenza di questi genitori non è solo emotiva, ma anche economica, poiché molti padri sono costretti a vivere in condizioni precarie, senza una casa stabile dove poter accogliere figli. E così gli incontri si svolgono in luoghi impersonali, come centri commerciali, dove l'intimità e la serenità sono difficili da trovare. Le festività natalizie, per molti di loro, diventano il simbolo di una frattura sociale e familiare che sembra insormontabile. Le tavole imbandite non gli riservano posti, le telefonate sono brevi e controllate, e ogni momento con i figli è ridotto all'ombra di ciò che sarebbe potuto essere.

L'accusa: "Discriminati dalla Magistratura"

E spesso dietro a tutto ciò si nasconde l’ingiustizia delle decisioni della Magistratura. Secondo Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale dell’associazione Codici, molti padri separati si sentono discriminati dalla giustizia, che troppo spesso prende decisioni che penalizzano il genitore non convivente, senza tener conto delle reali capacità e intenzioni.

“Troppo spesso – denuncia Giacomelli – le decisioni dei giudici sono influenzate da pregiudizi, ignorando il principio di parità tra i genitori. Questo porta a una discriminazione che danneggia gravemente i padri, anche quando sono vittime della separazione stessa”. Questa storia non può più restare nascosta. Un cambiamento nella cultura giuridica è ormai una necessità per restituire a questi padri un ruolo paritario nella vita dei loro figli.

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