Ostia, maestra aggredita da una Spada: atti e denuncia inviati alla Procura

E' stata inviata in procura a Roma un'informativa dei carabinieri su quanto accaduto martedì scorso a Ostia dove una maestra è stata aggredita dal clan

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Carabinieri all'outlet di Valmontone
Roma

E' stata inviata in procura a Roma un'informativa dei carabinieri su quanto accaduto martedì scorso a Ostia, dove una maestra di un istituto scolastico è stata aggredita dalla madre di un suo alunno, una donna della famiglia Spada, mentre si trovava nel cortile esterno della scuola.

Un episodio gravissimo anche secondo la Commissione parlamentare Antimafia

I fatti

La donna l'avrebbe prima percossa e poi redarguita perché il giorno prima la maestra aveva rimproverato il figlio che stava discutendo con un altro compagno di classe. Quando la donna si è allontanata la maestra ha chiamato il 118 ma ha poi rifiutato le cure mediche. I carabinieri hanno identificato la responsabile dell'aggressione, appunto moglie di uno Spada. Non avendo la maestra sporto denuncia si procede d'ufficio.

La solidarietà di Libera

L'aggressione all''insegnante della scuola Amendola di Ostia da parte di una esponente del clan Spada "non va sottovalutata perchè, non solo colpisce una maestra a cui va la nostra solidarietà, ma colpisce una scuola che in questi anni ha svolto un lavoro prezioso per affermare una cultura dell'integrazione e della cittadinanza responsabile". Lo dichiarano in una nota congiunta Gianpiero Cioffredi, referente Libera Lazio, e Gaetano Salvo, referente Libera Roma sull'aggressione all'insegnante presso la scuola di Ostia da parte esponente Spada. "In questi anni abbiamo imparato che a Ostia non succede mai niente per caso - aggiungono - e l'aggressione rappresenta la riaffermazione dell'esercizio del potere criminale del clan Spada nel territorio di Nuova Ostia".

Il Clan

"Il clan Spada in questi anni ha subito una robusta attività repressiva da parte della Dda di Roma e della polizia giudiziaria con sequestri e sentenze che hanno riconosciuto la mafiosità del clan indebolendone la struttura criminale. In questo contesto anche un rimprovero a un ragazzino della famiglia in una scuola viene percepito, dal clan, come un affronto al prestigio criminale esercitato in quello che considerano il proprio territorio. Un gesto violento per dare un segnale a tutto il territorio che nonostante gli arresti subiti il sodalizio criminale di origine sinti è ancora operativo. Un segnale anche alle altre organizzazioni criminali in un momento di ridefinizione degli assetti criminali a Ostia", concludono da Libera.

 

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