Pd al bivio: congresso prima o dopo le Regionali Lazio 23. E Marianna Madia...
Attese le dimissioni di Zingaretti ora deputato, la scelta di Letta sulla data del congresso si scontra con le Regionali. Marianna Madia candidata
In Regione Lazio il “rompete le righe” era scattato già 48 ore prima del voto, quando ormai era certo che il risultato delle urne avrebbe travolto tutti e portato il Pd ad affrontare la campagna elettorale “zoppo” dei quadri principali.
Via Nicola Zingaretti ora deputato, profeta del “campo largo” prima di Enrico Letta, con la variante “imbarco tutti per governare meglio”, si apre ora un interregno durissimo che dovrebbe portare un nuovo Pd alle Regionale Lazio '23 con l'incognita del Congresso da tenere prima o dopo? Perché se Letta decidesse di lasciare la mano dopo le elezioni del Lazio, allora il candidato verrebbe scelto dall'attuale classe dirigente, quella uscita “a pezzi” dalla consultazione nazionale e con il nome di Marianna Madia che circola insistentemente da giorni come “candidato gradito” alla dirigenza attuale, molto più dell'assessore alla Sanità, Alessio D'Amato, del vice di Zingaretti, Daniele Leodori, sfiorato dall'indagine della Corte dei Conti sulle mascherine Ecotech perché all'epoca “reggente” e persino di Enrico Gasbarra, sempre in corsa ma mai in corsa, perché ostile alle chiacchiere e attento ai fatti.
La Madia sacrificata contro l'onda lunga del centrrodestra
Riepilogando: se Letta va a congresso prima, l'ex ministro di Renzi, Marianna Madia, sembra la più papabile ad affrontare l'onda lunga del centrodestra; diversamente per la candidatura sarà una frittata da comporre in fretta e furia a cavallo delle elezioni per trovare “un agnello da contrapporre al centrodestra”.
Conte al Pd: "Niente alleanze"
E poi c'è il nodo dei 5 Stelle. Con o senza di loro alle Regionali? Per Giuseppe Conte, “il problema neanche si pone”, mentre lato Pd il silenzio è quello de gelo post elettorale. Eppure il partito ancora per poco in mano a Letta, non ha ancora capito la lezione. Andare a congresso in primavera dopo la consueta analisi post voto che dura di solito 6 mesi, significherebbe estrarre la candidatura dal cilindro dei perdenti e consegnare il Lazio al centrodestra.