Pensioni: a Roma la metà dei nonni prende meno di mille euro. Studio Uil

Studio Uil-Eures sulla demografia di Roma e del Lazio. Civica: “E' mancato il ricambio generazionale”. Più nonni meno nipoti

Roma
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A Roma e nel Lazio ci sono sempre più nonni e meno nipoti. Oltre 1,3 milioni di over sessantaquattrenni e la metà di loro prende meno di mille euro di pensione al mese. Questa la fotografia della regione scattata dalla UIL LAZIO e dall’Eures in un dossier sulla situazione demografica regionale.

Anziani sempre più soli, più numerosi, meno tutelati e nella metà dei casi con una pensione inferiore ai mille euro al mese. Specchio di una regione che sta invecchiando sempre più rapidamente e che ha visto passare l’età media da 42 anni nel 2003 a 46 nel 2022. Il 22,9% della popolazione infatti ha più di 64 anni e di questi oltre 200 mila (pari al 3,6% della popolazione) sono “grandi anziani” (residenti di 85+ anni), che risultano più che raddoppiati negli ultimi 20 anni (erano 91 mila nel 2003, mentre gli over64 sono aumentati del 38,4%).

In calo i flussi migratori

Decisamente più modesta la crescita della restante popolazione (+5,1% tra il 2003 e oggi) sia per la progressiva riduzione dei flussi migratori (per la prima volta in flessione, nell’ultimo biennio, complice anche il Covid) sia per il calo della natalità.

Civica: "E' mancato il ricambio generazionale"

“Una situazione che impone serie riflessioni a livello sociale - commenta il segretario della UIL LAZIO, Alberto Civica - il mancato ricambio generazionale è frutto anche di politiche poco attente ai giovani e alle famiglie, alla mancanza di lavoro che spinge i nostri ragazzi a costruire il proprio futuro all’estero, a un welfare di prossimità tanto inneggiato e poco praticato. Un welfare che è sì utile quando si tratta di elogiare i nonni baby sitter, ma che spesso dimentica la flessibilità lavorativa per le neomamme, gli asili nido aziendali, oasi nel deserto di casi eccezionali e dimentica i propri anziani che da inneggiato pilastro sociale diventano facilmente un peso. Basti pensare alla stessa transizione digitale, non certo a misura di anziani che, non a caso, spesso, affollano gli uffici pubblici, le banche, gli uffici postali, alla ricerca di codici, password e spiegazioni più comprensibili”. 

Rieti è la provincia con più anziani

Con 48 anni di media, è Rieti la provincia più anziana del Lazio. Seguono Viterbo con un’età media della popolazione pari a 47,3 anni, Frosinone (46,5), Roma (45,8 anni) e Latina (45,2 anni). A livello comunale Marcetelli è il paese dei nonni, con un’età media che sfiora i 60 anni mentre Fiano Romano (con un’età media di 42,1 anni), e San Cesareo (42,3 anni) sono i due più giovani.  

Paesi sempre più anziani significano anche maggiori rischi. Non è un caso infatti che gli over 64 siano più facilmente vittime di criminalità, in modo particolare truffe, frodi (+105% tra gli anziani negli ultimi dieci anni) e delitti informatici (+588%). Inoltre, gli anziani rappresentano un terzo delle vittime degli omicidi colposi (34,8%), dei furti con strappo (34,1%) e degli omicidi volontari (33,3%, nella maggior parte dei casi vittime della violenza e del disagio familiare). Problemi cui si aggiunge, sotto il profilo sanitario, una maggiore vulnerabilità tanto che il 61,7% di loro presenta almeno una malattia cronica e il 49,3% soffre di multimorbilità. Nel 2021 i ricoverati over 64 sono stati circa 193 mila, pari ad oltre il 50% del totale dei ricoverati nell’anno e al 14,7%  della popolazione anziana. 

Il paradosso della salute: gli anziani non si ammalano più dei giovani


 

“Contrariamente a quanto si pensa, gli anziani non si ammalano più spesso dei giovani - afferma Civica - ma si ammalano più gravemente e presentano più patologie. Ciò comporta un ricorso maggiore alla sanità e più accessi negli ospedali. Cosa non sempre immediata soprattutto in alcune province, come ad esempio Rieti, e soprattutto argomento che ci riporta alla centralità della sanità pubblica, bistrattata e depotenziata negli anni. La pandemia purtroppo è stata una triste conferma”. 

Ad aggravare il problema, la solitudine: sono infatti 384 mila gli anziani che vivono in nuclei monocomponenti (273 mila donne e 112 mila uomini), registrando una crescita nell’ultimo quinquennio dell’11% (+38 mila unità rispetto al 2015). Di questi, almeno un terzo si trova in una condizione di serie difficoltà economiche e di vulnerabilità sociale. Si stima infatti che ben 162 mila anziani vivano sotto la soglia di povertà e un pensionato su due percepisce meno di mille euro al mese. 

Solo a Roma e nel Lazio l'8,5% delle pensioni italiane

Sono 1,1 milioni gli assegni pensionistici erogati agli anziani nel Lazio nel 2021, che rappresentano l’8,5% del totale nazionale, pari a 12,84 milioni di unità. L’85,1% delle pensioni erogate agli anziani nel Lazio è rappresentato da assegni di vecchiaia (927 mila), mentre le pensioni di inabilità/invalidità rappresentano il 5,8% (63.456) e quelle sociali, il 9,1% del totale delle prestazioni (98.665). Il 41% degli assegni pensionistici (di vecchiaia e sociale) erogati nel Lazio non raggiunge i mille euro mensili, assorbendo il 13,8% della spesa previdenziale complessiva (222 milioni di euro su un totale di 1,6 miliardi). In valori netti, considerando una ipotesi “minima” impositiva del 20% sugli assegni pensionistici, la percentuale complessiva di prestazioni di importo netto inferiore a 1.000 euro raggiungerebbe addirittura la metà di quelli totali. Di contro, il 3,5% degli anziani, i cosiddetti “pensionati d’oro”, percepisce pensioni pari o superiori a 5 mila euro al mese.