Regione Lazio: scende il gelo tra Forza Italia e Fratelli d'Italia. Trancassini sbatte la porta in faccia, la replica: “Non temiamo le minacce”
“Che fai ci minacci”? La crisi tra i due partiti di maggioranza sempre più profonda. FdI paventa il ritorno al voto. La vicenda finisce nell'agenda di Giorgia Meloni e Antonio Tajani
Ma chi governa in Regione Lazio? Se lo chiedono in molti dopo le ultime due uscite rispettivamente del presidente Francesco Rocca e del coordinatore regionale, Paolo Trancassini. Il primo ha smentito la crisi tra FdI e Forza Italia, quasi fosse un'invenzione giornalistica; il secondo di fronte al pressing forzista ha sbattuto la porta in faccia: “Se la crisi politica non si risolve si va al voto”.
E ora addio trattative per il rimpasto, perché con un comunicato “gentile” che sembra un tuffo carpiato con doppio “arrotolamento” i forzisti Simeoni, Colarossi, Cangemi, Capolei, Mitrano, Della Casa e Tripodi insieme a Neri di Noi Moderati hanno replicato: “In merito alla dichiarazione dell’onorevole Trancassini, secondo il quale ‘se non si risolve la crisi si va al voto’, possiamo affermare serenamente che non le condividiamo, perché siamo stati eletti per lavorare nell’interesse dei cittadini. Se si tratta di una minaccia, non la temiamo”.
La crisi reale potrebbe sfociare nel ritiro degli assessori forzisti
Se Rocca getta acqua sul fuoco e Trancassini addirittura minaccia di far cadere la Giunta, a Destra c'è qualcosa che non funziona. E che potrebbe aprire scenari inquietanti. Se infatti la “crisi reale” non dovesse avere una sua soluzione, o Forza Italia abbandona ogni velleità di lasciare il completo controllo della Giunta a Fratelli d'Italia, oppure ha un'unica via d'uscita per chiudere la partita senza perdere la faccia: prima minacciare il ritiro degli assessori e in caso di mancata risposta uscire ufficialmente dalla Giunta e utilizzare la tecnica dell'appoggio esterno per non far cadere la maggioranza ed evitare di tornare alle elezioni.
Il "caso Lazio" nell'agenda di Meloni e Tajani
Diversamente si coprirebbe di ridicolo dopo aver proposto prima di prendere prima la presidenza del Consiglio regionale, poi la vicepresidenza della Giunta (con la Angelilli difesa a spada tratta da Rocca) quindi un assessorato di peso. Tre No uno dietro l'altro che, dopo le dichiarazioni irsute di Trancassini, ormai proiettano la crisi regionale in un problema nazionale che finirebbe sul tavolo di Giorgia Meloni e Antoni Tajani. Da qui l'interrogativo su chi comandi in Regione Lazio.
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