Roma, il Campidoglio dichiara guerra ai nidi privati che costano la metà di quelli comunali

Le spese del Comune: agli asili convenzionati riconosciuti 800 euro a bambino ma quelli pubblici costano 2000

Roma

Roma, il Campidoglio dichiara guerra ai nidi privati che costano la metà di quelli comunali

Per una norma folle che è in vigore da più di dieci anni, la Regione Lazio, che per legge è demandata al controllo dei servizi all'infanzia, ha demandato tale funzione al Comune di Roma con il risultato che quest'ultimo è controllato e controllore di se stesso. Le gestione degli asilo nido della città è nella assoluta indifferenza del sindaco ormai prossima al collasso.

Controllli e sicurezza: il Comune "sorvola"

Capita cosi che mentre i nidi convenzionati privati siano sottoposti ad un pressing pazzesco dagli organi comunali per il giusto rispetto delle regole, quest'ultime possono essere tranquillamente infrante se non del tutto ignorate nei nidi comunali.

L'algoritmo fai da te che calcola la distanza

Che il servizio all'infanzia offerto dal Comune sia di bassa qualità è molto di più che di una Vox Populi. Tanto è vero che con artifici da Repubblica delle Banane, sia la Giunta Raggi prima che quella Gualtieri oggi, impongono alle famiglie di mettere al primo posto nella loro scelta un nido comunale. Senza parlare delle regole assurde, fatte di calcoli millesimali dei tragitti che la famiglia fa, di distanze dal nido e cose del genere.
Dove sono le associazioni che tutelano la parità delle donne e la loro libertà di scelta? Dove sono le assessore che si preoccupano di come vengono chiamate ma poi accettano che una donna non può scegliere un nido vicino al posto di lavoro, perché questa possibilità il Comune non la tollera.

E se convenisse l'asilo vicino casa dei nonni

Oggi una donna deve scegliere un nido vicino dove risiede, non può autorganizzarsi ad esempio con i nonni scegliendo una scuola nelle loro vicinanze né indicare un posto nei pressi del proprio posto di lavoro.  Il bambino deve andare entro un chilometro dalla sua residenza e gli scienziati del Comune ci spiegano pure come deve essere calcolato questo chilometro, perché non si sa mai che con una scorciatoia ci sia un nido convenzionato a metà strada.

Il confronto impietoso tra i costi del pubblico e del privato

A tutti questi disagi e alla guerra silenziosa che il Comune combatte contro i nidi convenzionati, frutto di una ideologia di estrema sinistra dove tutto ciò che è privato è sbagliato, si aggiunge il nodo delle tariffe ferme da anni. Quindi al Comune di Roma un bambino costa più di duemila euro al mese, con pasti cucinati a chilometri di distanza mentre ai privati la tariffa riconosciuta è poco più di ottocento euro.

Le associazioni sul piede di guerra

Tutto mentre con il rinnovo del contratto delle educatrici, l'aumento riconosciuto è stato sostanziale senza tenere conto dei costi di energia, riscaldamento: tutto alle stelle. La situazione è in fermento e l'associazione maggiormente rappresentativa a Roma che raggruppa la quasi totalità dei nidi convenzionati è sul piede di guerra.

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