Roma città dei pazzi: la signora Mala Vita risiede negli uffici del Comune

Ordinaria follia al Campidoglio: una pratica fake di residenza spedita ai vigili urbani per il controllo di legge. La pena richiesta per i due “fenomeni”

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Roma

Mala Vita è una signora romana che ha deciso di fissare la sua residenza presso gli uffici dell'Anagrafe di via Petroselli. L'Ufficio Anagrafe protocolla la richiesta e la trasmette ai Vigili Urbani per il controllo. E qui quella che si preannuncia come la superburla diventa ridicola: un vigile urbano capisce che la residenza è insolita e mette la pratica in “StandBai”.

La storia purtroppo è reale e dà la prova che la creatività dei romani è insuperabile, degna dei Fratelli Coen o di Quentin Tarantino, oppure se interpretata in chiave di follia, di Woody Allen. I fatti: lo scorso 26 giugno, l'Ufficio Anagrafe di Roma con sede in via Petroselli, 50 spedisce ai Vigili Urbani la richiesta della signora Mala Vita (nome e cognome separati, perché uniti sarebbero nell'occhio e qualcuno avrebbe potuto obiettare che la richiesta era priva o del nome o del cognome) nata il 12 settembre del 1993, di iscrizione all'Anagrafe con residenza in Via Petroselli 50.

L'impiegato confuso che non sa dove lavora

Dunque, l'impiegato che si reca in teoria ogni giorno al lavoro in via Petroselli 50, protocolla la richiesta di residenza in via Petroselli 50 e la manda ai vigili perché facciamo il sopralluogo richiesto per legge. Quindi chiede di verificare se in uno degli uffici c'è la signora Mala Vita che dorme, cucina, si lava, fa la spesa e magari rientra tardi la sera, oppure gira seminuda nei giorni di caldo. E questo senza che nessuno dei colleghi se ne sia mai accorto.

Ai vigili urbani non sfugge nulla, tranne l'inglese

Ma ai vigili urbani di Roma non sfugge nulla e sentono il profumo di fregatura. Leggono e rileggono la pratica e con uno stile decisamente inglese la mettono in “STANDBAI”. Ora tradurre il “vigilese” in italiano è operazione complessa e quindi bisogna passare all'interpretazione, un po' come il sanscrito. Secondo i testi sacri della “vigileria romana” dovrebbe assomigliare a una cosa tipo “lista d'attesa”. Alcuni agiografi della “vita dei vigili urbani romani”, potrebbero anche indicare un sinonimo di “atti”, la vecchia procedura ministeriale che dava una dignità al “cestino delle cartacce”.

La pratica finisce in freezer

Morale: al Comune di Roma è facile che nessuno legga le pratiche in entrata; tra i vigili urbani invece si nascondono soggetti così furbi che difficilmente si fanno fregare da una pratica fake e seguendo il motto “ad culum parandum” le mettono nel freezer. Quando arriverà l'Era Glaciale il sopralluogo in casa della signora Mala Vita tornerà in vita, un po' come avviene per gli alpinisti ingoiati dai ghiacciai.

La giusta condanna per i protagonisti e i premi speciali

E ora la pena ideale per i due protagonisti: per l'impiegato, girare per un anno interno con i mezzi pubblici alla ricerca della signora Mala Vita; per il vigile urbano un anno di servizio in strada come traduttore per i turisti anglofoni. A chi ha fatto lo scherzo il premio della Giuria. Menzione speciale per il giornalista dell'Adn Kronos che ha scovato la pratica fake.

(Fabio Carosi)