Roma, udienze sospese al Tribunale: “La prescrizione lo trasforma in indulto”

“Interruzione di pubblico servizio”, l'avvocato Enrico Napoletano contro la decisione del presidente Reali: “E' in gioco la separazione dei poteri"

Roma
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Il Tribunale di Roma sospende le udienze collegiali post rinvio a giudizio, ma dietro il provvedimento che entrerà in vigore dal prossimo 15 ottobre e che resterà per 6 mesi, si nasconde un “indulto occulto”.

A sostenerlo è il professore e avvocato del Foro di Roma, Enrico Napoletano che spiega quali saranno gli effetti dell'ordinanza firmata dal presidente Roberto Reali: “Gli effetti sono duplici: da un lato, comporta, di fatto, una sorta di “indulto occulto” dei reati oggetto di accertamento nei procedimenti penali di competenza delle collegiali che, provenendo dalle udienze preliminari al 28 luglio, verranno adesso tenuti sospesi dal Presidente del Tribunale, e cioè questi processi non verranno assegnati ai giudici delle collegiali per i prossimi sei mesi. Il provvedimento tiene sospesa l’assegnazione del processo ma non sospende nei sei mesi il decorso dei termini di prescrizione per questi reati in accertamento. Questa causa non rientra, infatti, in nessuna della casistica prevista dal codice penale all'art. 159. L'eccessivo carico giudiziario, sbilanciato da una carenza patologica dell'organico di servizio, blocca di fatto un servizio pubblico necessario come l'amministrazione della Giustizia, in danno dei diritti delle persone offese da quei reati che per 6 mesi vedranno dinanzi a loro prendere sempre più forma il rischio di una maturazione dei termini di prescrizione. Lo ribadisco: durante questi sei mesi la prescrizione continuerà a decorrere e di ciò non si dà conto nel provvedimento”.

E il secondo effetto?

"Il secondo effetto smentisce la ratio che ha guidato il Presidente del Tribunale nel disporre questo provvedimento, perché se questa consiste nella necessità di dare ossigeno ai giudici delle sezioni collegiali per 6 mesi - e quindi smaltire il carico giudiziario oggi pendente - così non sarà alla ripresa del semestre: a quel punto le collegiali si ritroveranno con il doppio dei processi perché il presidente del Tribunale dovrà assegnare il doppio dei procedimenti: non solo quelli sospesi alla data del 28 luglio ma anche quelli maturati nel semestre di sospensione”.


 

Letto così invece di alleggerire la Giustizia, a Roma viene ulteriormente rallentata?

“Si determina un cortocircuito e un rallentamento della giustizia, salvo che non sia stata fatta una valutazione a monte di quanti, tra i procedimenti provenienti dalle preliminari, rischiano prescriversi già durante il semestre di vacatio o comunque la matureranno a ridosso o subito dopo la sentenza di primo grado”.

Se ciò che asserisce è giuridicamente coerente, ci troviamo di fronte a un calcolo per alleggerire il carico del Tribunale che si basa sulla prescrizione. La legge può ammettere un escamotage simile per ridurre il carico di lavoro?

“No, perché verrebbero sacrificati i diritti di difesa dell'imputato a una sentenza di proscioglimento, oltre che ad ad essere giudicati in tempi ragionevoli (art. 111 della Costituzione), e i diritti della persona offesa a vedere riconosciuti i propri interessi con una sentenza di giustizia”.

Dunque, la Giustizia si ferma: è sospesa?

“Una parte della giustizia sì: le sezioni collegiali continueranno il loro lavoro ma non avranno in carico i nuovi processi di prima udienza derivanti dalle preliminari maturate al 28 luglio. Eppure, ricordiamo che i reati che trattano non sono banali: alle sezioni collegiali sono assegnati processi per reati contro la pubblica amministrazione, come l’abuso d'ufficio, che si prescrive in sette anni e mezzo. La giustizia viene sospesa per ragioni politiche che nulla hanno a che vedere con gli interessi collettivi: perché la giustizia è amministrata “in nome del popolo italiano” per il tramite della magistratura e della classe forense e non è proprietà esclusiva di alcuno”.

Perché lo definisce un indulto occulto?

“L'indulto è una prerogativa eccezionale ed esclusiva del Parlamento e giammai può essere rimesso con provvedimenti che occultano tale potere alla discrezionalità della magistratura nel valutare ciò che merita di essere giudicato da ciò che invece può essere portato in prescrizione”.

Cosa farete come avvocati?

“Auspico un intervento della Camera Penale oltre che del Consiglio Forense di appartenenza a proclamare uno sciopero a oltranza. È in gioco la tenuta della separazione dei poteri legislativo, giudiziario e amministrativo”.

SCARICA E LEGGI IL PROVVEDIMENTO DEL PRESIDENTE DEL TRIBUNALE DI ROMA