Roma vergogna: bruciati 128 milioni per spedire i rifiuti in altre regioni

Denuncia dei Radicali Roma, parla Barilli: “L'anagrafe di rifiuti è ferma al 2020". E mercoledì consiglio comunale straordinario

Roma
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Roma nella morsa dei rifiuti e la Giunta Gualtieri al bivio: continuare a perseguire il progetto della “chiusura del ciclo” e spedire a caro prezzo i rifiuti in altre regioni d'Italia, oppure affrontare la questione degli impianti di smaltimento.

E così mercoledì 20 aprile, il Consiglio Comunale terrà una seduta straordinaria durante la quale dovrà per forza emergere la verità: quanto può resistere la Capitale d'Italia senza una discarica col prezzo di vedere strade sporche e rifiuti ammassati ovunque? E quanto può resiste la Giunta Gualtieri di fronte agli attacchi contro una città che non riesce a recuperare il decoro?

L'anagrafe di rifiuti ferma al 2020

In attesa che l'assemblea degli eletti partorisca l'ennesimo topolino, a turbare i sonni dei consiglieri e di sindaco e assessore all'0Ambiente, Sabrina Alfonsi, ci pensano i Radicali Roma che denunciano, non solo la crisi del sistema romano di gestione dei rifiuti, ma anche l'assenza di dati certi sui rifiuti. Scrive Leone Barilli, segretario di Radicali Roma: “Come i cittadini romani ben sanno, la gestione dei rifiuti a Roma è stata e continua a essere fallimentare. La Capitale sconta un’insufficienza impiantistica decennale, a cui si aggiunge l’assenza di politiche di raccolta differenziata spinta. Non solo: in questo momento manca anche informazione. L’anagrafe pubblica dei rifiuti, infatti, non viene aggiornata dal primo semestre del 2020: mancano del tutto i dati relativi al secondo semestre 2020 e a quelli relativi al tutto il 2021. In attesa di seri interventi per colmare il deficit impiantistico e i sistemi di raccolta, chiediamo all’amministrazione quantomeno di aggiornare al più presto i dati a disposizione dei cittadino: la trasparenza e la corretta informazione sono elementi imprescindibili per obiettivi strategici di lungo periodo”.

La Lega insiste: "E' l'ora di realizzare il termovalorizzatore"

E per le uniche opposizioni con le idee chiare sulla necessità di impianti per il trattamento, lo smaltimento e la produzione di energia, è gioco facile puntare il dito contro la Giunta. Oltre Calenda, sogna un termovalorizzatore anche la Lega: “La città continua ad affondare in un pantano di immondizia, degrado, inquinamento e malagestione- dichiarano i consiglieri della Lega in Campidoglio, Simonetta Matone e Fabrizio Santori - auspichiamo che il sindaco condivida con le opposizioni scelte utili per risolvere il problema dei rifiuti, permettendo un positivo confronto, un abbattimento degli altissimi costi per portare i rifiuti all'estero e in altre regioni, e di conseguenza ridurre la Tari - spiegano Matone e Santori -. Chiediamo ancora una volta un termovalorizzatore per Roma, soluzione che limiterebbe i costi spropositati che la città è costretta a spendere per portare i rifiuti fuori, oltre 128 milioni solo nel 2020, ma, mentre la sporcizia invade le strade si apre ancora il portafoglio dei romani per procedere a nomine discutibili e inopportune, come quella del nuovo direttore generale Andrea Bossola, indagato per disastro ambientale e nelle carte della Dda di Reggio Calabria. Il personale di Ama e' male organizzato - concludono i consiglieri della Lega - le professionalità interne si perdono in ossequio alle convenienze politiche del momento. Un altro passaggio fondamentale è l'intervento sull'impianto di Rocca Cencia, il cui impatto deve essere ridotto pensando alla salute e alla sicurezza dei cittadini, fino a bloccarlo definitivamente".