Romani alla Caritas ogni giorno per un pasto, ma per i gatti c'è sempre trippa

Per i 60 mila felini delle colonie romane il Comune rinnova la distribuzione di cibo gratuito. Quando Nathan taglio “la trippa per gatti” dal bilancio

di Patrizio J. Macci
Roma

La storia di Roma è un serraglio dove c’è una lupa, un branco di oche ma soprattutto gatti. I gatti danno la caccia ai topi nei palazzi istituzionali di mezzo mondo, a Roma mangiano gratis.

Sempre i gatti si possono ammirare pigri e paciosi anche nei sotterranei del museo dell’Hermitage a San Pietroburgo dove sono ospitati e sfamati come divinità, gestendo lasciti testamentari e donazioni.

Per sessantamila gatti sette milioni di topi

A costo zero quindi. Secondo gli ultimi dati disponibili nella Capitale ci sono 4.115 colonie censite, per un totale di quasi sessantamila felini. I gatti istituzionali per così dire. I topi a Roma invece sono circa sette milioni. Ogni gatto dovrebbe acchiappare quindi, o almeno tenere a bada, centodiciassete sorci. Un lavoro faticoso che richiede energie e dunque cibo, e i soldi per comprarlo.

L'avviso del Comune: Forniture di pasti per il 2024"

Per provvedere alle necessità alimentari dei felini romani ora c’è un avviso pubblico sul sito del Comune di Roma che così recita: “Fornitura di mangime umido e secco per gli animali ospitati presso le colonie feline di Roma Capitale per l'anno 2024”. A seguire i moduli per partecipare in formato pdf. Si sperava che con il giubileo alle porte e i poteri speciali che gli sono stati concessi, il sindaco Gualtieri mettesse mano a questo annoso problema.

Quando Ernesto Nathan taglio "la trippa per i gatti"

I gatti regnano a Roma dal sindaco Ernesto Nathan, quando crearono uno scompiglio tale nell’amministrazione dell’epoca da generare un modo di dire. L'espressione pare sia nata agli inizi del Novecento (tra il 1907 e il 1913) quando il sindaco Nathan, famoso anche per i tagli che fece al bilancio comunale, spulciando i conti notò una curiosa spesa che era denominata "frattaglie per gatti". In pratica il Comune pagava il cibo alle colonie feline di Roma, questo perché i gatti erano preziosi in quanto davano la caccia ai roditori evitando che questi rosicchiassero i succulenti documenti degli archivi capitolini. Venuto a conoscenza di tale spesa decise di annullarla, annunciando che da allora i gatti avrebbero dovuto procurarsi da soli il cibo vergando di suo pugno questa sentenza: "Non c’è trippa per gatti”.

I gatti star per immagini

È trascorso un secolo e ai gatti della Capitale vengono dedicati ogni anno calendari (alcuni bellissimi come quello dei Gatti del Colosseo oppure della Piramide Cestia). Sono immortalati in pagine sui social network dove vengono fotografati e filmati da sostenitori indiavolati. Nessuno sa esattamente quanti siano attualmente i documenti cartacei da difendere dall’assalto topesco, se decine o centinaia di chilometri di scaffali, ma con l’avvento del digitale il loro numero dovrebbero essere in decrescita esponenziale.

Ma 4 romani su 10 vivono sotto la soglia di povertà

Ma non è questo il dato su cui riflettere, quanto piuttosto che 4 romani su 10 vivono sotto la soglia di povertà e l'esercito di chi neanche riesce a mettere la pentola sui fornelli due volte al giorno si allarga di anno in anno. Questo lo racconta l’ultimo rapporto della Caritas. Mica Topolino. Lungi dall’idea di togliere i viveri ai gatti, ma si potrebbe tentare di dirottare altrove queste risorse economiche, incentivando le donazioni verso i felini per esempio. Al reperimento dei fondi per i gatti istituzionali, potrebbero collaborare i fratelli domestici che a Roma sono quasi il doppio. Alcuni dicono duecentomila, le stime più accreditate riportano centoventimila. La maggior parte di loro sonnecchia a casa nei pressi del computer del loro “umano” quasi tutto il giorno, mangiando a sbafo. Potrebbero incentivare la raccolta fondi online per i loro fratelli lavoratori, invece camminano sulle tastiere in maniera randomica. Un po’ di solidarietà verso i felini (e gli “umani”!) non guasterebbe.

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