Romani alla Caritas ogni giorno per un pasto, ma per i gatti c'è sempre trippa
Per i 60 mila felini delle colonie romane il Comune rinnova la distribuzione di cibo gratuito. Quando Nathan taglio “la trippa per gatti” dal bilancio
La storia di Roma è un serraglio dove c’è una lupa, un branco di oche ma soprattutto gatti. I gatti danno la caccia ai topi nei palazzi istituzionali di mezzo mondo, a Roma mangiano gratis.
Sempre i gatti si possono ammirare pigri e paciosi anche nei sotterranei del museo dell’Hermitage a San Pietroburgo dove sono ospitati e sfamati come divinità, gestendo lasciti testamentari e donazioni.
Per sessantamila gatti sette milioni di topi
A costo zero quindi. Secondo gli ultimi dati disponibili nella Capitale ci sono 4.115 colonie censite, per un totale di quasi sessantamila felini. I gatti istituzionali per così dire. I topi a Roma invece sono circa sette milioni. Ogni gatto dovrebbe acchiappare quindi, o almeno tenere a bada, centodiciassete sorci. Un lavoro faticoso che richiede energie e dunque cibo, e i soldi per comprarlo.
L'avviso del Comune: Forniture di pasti per il 2024"
Per provvedere alle necessità alimentari dei felini romani ora c’è un avviso pubblico sul sito del Comune di Roma che così recita: “Fornitura di mangime umido e secco per gli animali ospitati presso le colonie feline di Roma Capitale per l'anno 2024”. A seguire i moduli per partecipare in formato pdf. Si sperava che con il giubileo alle porte e i poteri speciali che gli sono stati concessi, il sindaco Gualtieri mettesse mano a questo annoso problema.
Quando Ernesto Nathan taglio "la trippa per i gatti"
I gatti regnano a Roma dal sindaco Ernesto Nathan, quando crearono uno scompiglio tale nell’amministrazione dell’epoca da generare un modo di dire. L'espressione pare sia nata agli inizi del Novecento (tra il 1907 e il 1913) quando il sindaco Nathan, famoso anche per i tagli che fece al bilancio comunale, spulciando i conti notò una curiosa spesa che era denominata "frattaglie per gatti". In pratica il Comune pagava il cibo alle colonie feline di Roma, questo perché i gatti erano preziosi in quanto davano la caccia ai roditori evitando che questi rosicchiassero i succulenti documenti degli archivi capitolini. Venuto a conoscenza di tale spesa decise di annullarla, annunciando che da allora i gatti avrebbero dovuto procurarsi da soli il cibo vergando di suo pugno questa sentenza: "Non c’è trippa per gatti”.
I gatti star per immagini
È trascorso un secolo e ai gatti della Capitale vengono dedicati ogni anno calendari (alcuni bellissimi come quello dei Gatti del Colosseo oppure della Piramide Cestia). Sono immortalati in pagine sui social network dove vengono fotografati e filmati da sostenitori indiavolati. Nessuno sa esattamente quanti siano attualmente i documenti cartacei da difendere dall’assalto topesco, se decine o centinaia di chilometri di scaffali, ma con l’avvento del digitale il loro numero dovrebbero essere in decrescita esponenziale.
Ma 4 romani su 10 vivono sotto la soglia di povertà
Ma non è questo il dato su cui riflettere, quanto piuttosto che 4 romani su 10 vivono sotto la soglia di povertà e l'esercito di chi neanche riesce a mettere la pentola sui fornelli due volte al giorno si allarga di anno in anno. Questo lo racconta l’ultimo rapporto della Caritas. Mica Topolino. Lungi dall’idea di togliere i viveri ai gatti, ma si potrebbe tentare di dirottare altrove queste risorse economiche, incentivando le donazioni verso i felini per esempio. Al reperimento dei fondi per i gatti istituzionali, potrebbero collaborare i fratelli domestici che a Roma sono quasi il doppio. Alcuni dicono duecentomila, le stime più accreditate riportano centoventimila. La maggior parte di loro sonnecchia a casa nei pressi del computer del loro “umano” quasi tutto il giorno, mangiando a sbafo. Potrebbero incentivare la raccolta fondi online per i loro fratelli lavoratori, invece camminano sulle tastiere in maniera randomica. Un po’ di solidarietà verso i felini (e gli “umani”!) non guasterebbe.