Sanità, il siluro di Unindustria: "No alla diagnostica nelle farmacie"

Una presa di posizione pesante. Un siluro sparato dai vertici di Unindustria contro la riforma della Sanità al vaglio del Governo

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Roma

Una presa di posizione pesante. Un siluro sparato contro la riforma della Sanità al vaglio del Governo. Arriva da Unindustria che mette i paletti sull'apertura della diagnostica nelle farmacie. 

"Le farmacie giocano un ruolo cruciale nel nostro sistema sanitario, ma questo ruolo deve essere complementare, e non sostitutivo, delle strutture diagnostiche specializzate". Così Luca Marino, vicepresidente Unindustria con delega alla sanità, intervenendo alla Seconda Assemblea nazionale dell'Associazione imprese sanitarie indipendenti (Aisi), in corso a Roma.

Un rischio

"Affidare l'esecuzione di test di laboratorio alle farmacie significa sottovalutare la complessità di queste operazioni", ha osservato Marino per poi aggiungere: "Gli errori nei prelievi e nella gestione dei campioni biologici, come tamponi faringei o nasali, possono portare a falsi negativi e diagnosi errate, con gravi conseguenze per la salute dei pazienti. Non è sufficiente una formazione superficiale; serve una preparazione approfondita, come quella dei medici, biologi e tecnici di laboratorio specializzati per fare questo lavoro".

Il piano

"L'utilizzo di strumenti Point of Care Testing (Poct) nelle farmacie - ha proseguito - non può garantire la stessa accuratezza dei macchinari presenti nei laboratori clinici, sottoposti a rigorosi controlli di qualità. Questi dispositivi sono stati concepiti per situazioni di emergenza dove è necessario un risultato rapido, non per screening o diagnosi approfondite". In conclusione, "ritengo fondamentale che a questo punto si faccia una profonda riflessione sul nostro Ssn, con una visione di insieme che tenga presente tutte le realtà coinvolte al suo interno, evitando molto attentamente di prendere decisioni settoriali indirizzate verso un solo comparto. La salute dei nostri cittadini merita il massimo impegno e la massima attenzione".

Ira dei centri in convenzione

"Non possiamo assistere inerti di fronte all'illegittimo inserimento in un decreto legge di una norma (l'art. 17 nel testo della bozza circolante sulla stampa) che non ha i requisiti di necessità e urgenza e che il Governo già aveva inserito nel DDL Semplificazioni di fine marzo scorso". Questo è quanto dichiara Maria Stella Giorlandino, presidente dell'UAP, a nome dei poliambulatori e dei laboratori di analisi privati italiani. Un vero colpo di mano del Governo che non attende l'ordinario iter parlamentare in corso per l'esame del DDL Semplificazioni e introduce nel decreto legge taglia liste d'attesa la norma che apre la possibilità alle farmacie di effettuare prestazioni di laboratorio di analisi non più limitate al solo test di autocontrollo".

Atto incostituzionale

"L'art. 17 del testo del decreto legge di prossimo varo - afferma - risulta essere palesemente incostituzionale per difetto dei requisiti di necessità e urgenza e prevedrebbe tra l'altro la possibilità di effettuazione presso le farmacie delle prestazioni di laboratorio di analisi ulteriori rispetto a quelle del semplice autocontrollo sinora consentito. Questa facoltà data alle farmacie con il decreto legge al quale ci si oppone fermamente trasformerebbe le farmacie in laboratori d'analisi nonostante il farmacista non possieda gli strumenti conoscitivi e strumentali per trasformare il semplice reperto derivante dal prelievo di sangue o genetico in un referto corredato da unità di misura, intervalli di riferimento e limiti decisionali, elementi che spettano, assieme alla garanzia e al controllo della qualità analitica, in via esclusiva ai professionisti della medicina di laboratorio e quindi ai laboratori pubblici e privati".