Schlein e Meloni in tv cancellato, Luigi Crespi: “In Italia solo propaganda"

Sondaggista e spin doctor, Crespi, durissimo: “Senza faccia a faccia non c'è più democrazia e informazione, resta solo la propaganda”

Roma

Schlein-Meloni il faccia a faccia a Porta a Porta cancellato dall'Agcom, ma a chi sarebbe convenuto? L'analisi di Luigi Crespi, già sondaggista di Silvio Berlusconi e eminenza grigia degli “Spin doctor”, è feroce: “La democrazia è confronto e senza il principio democratico in questo Paese non c'è più. C'è rimasta solo la propaganda”.

Entriamo del dettaglio dell'occasione perduta, a chi sarebbe convenuto?

“Agli italiani e all'Italia, perché dopo anni di silenzio e di campagne elettorali senza confronto e dove la propaganda supera l'informazione, c'è un faccia a faccia annullato e contemporaneamente la stessa Agcom tiene attivo il divieto dei sondaggi. La sintesi è facile: per Agcom gli italiani non possono essere informati per cui la comunicazione viene relegata a mera propaganda e ognuno dice quelli che gli pare. Mi lasci dire che noi siamo ormai un Paese dove i partiti non hanno nessun peso e dove non vota il 50% degli italiani. Un faccia a faccia avrebbe acceso la campagna, avrebbe esasperato il confronto su stile e contenuti, invece avremmo tante tribune politiche dove i leader diranno quello che vogliono senza neanche essere contraddetti”.

Tra Meloni e Schlein, chi ci avrebbe guadagnato dal duello tv?

Luigi Crespi
 

“Sarebbe stata un'operazione “we win”. La domanda è a chi si rivolge il singolo contendente? La Elly non avrebbe avuto nessuna possibilità di prendere i voti della Destra e la Meloni nessuna possibilità per la sinistra. L'operazione avrebbe rinforzato e cristallizzato il proprio elettorato, motivando e dando gli input che emergono in un conflitto all'interno di un duello. Anche perché sarebbe seguito un lungo periodo nel quale per motivi di meschinità duelli sono stati aboliti. E si è riverificato. Eppure abbiamo ancora nella memoria il duello Kennedy-Nixon, determinante per una campagna elettorale e per un Paese”.

Crespi, cosa sarebbe accaduto?

“Per Meloni, come capo del Governo sarebbe stata sottoposta a un fuoco di fila di domande perché è sempre lei come capo di partito e come capo di poi che è sempre e solo lei a campo do un partito dove si candida e la espone. Schlein avrebbe rischiato di essere schiacciata dalla superiorità dialettica e posturale e dalla maggiore esperienza. Un rischio altissimo, anche fatale”.

Da spin doctor di lungo corso, secondo lei qual è il nervo scoperto di Fratelli d'Italia

“Proprio la mancanza di una classe dirigente, la mancanza di un coro e una voce sola che si dibatte con vari cappelli, premier, candidato, nuovo corso in Europa. Troppi cappelli per la sua testa e questo è il problema più serio che hanno”.

Qualche eccezioni nella classe dirigente?

“Ce ne sono poche ma finiscono in ombra per le gaffè, il rumore rumore e le figure inadeguate. Credo che dopo le elezioni che lei vincerà dovrà rivedere non tanto la comunicazione quanto la governance della sua coalizione”.

Dalla comunicazione alla propaganda... Oggi siamo sommersi da un diluvio di dichiarazioni politiche, quanto pesa la Rete?

“Pesa come i giornali e come la televisione. I giornali ancora oggi anche se vendono li 10% di quello che vendevano una volta hanno una centralità nell'agenda e nella parte elitaria della società: tra i giovani è decisiva la Rete e i social. E' anche vero che i giovani che sono in Rete sono meno propensi ad andare a votare, il marketing mix deve essere ben dosato. E anche l'affissione ha un suo peso”.

Tags:
agcomastensionismoelezioni europeefaccia faccialuigi crespimeloniporta a portaschleinsondaggi