Scuola, cellulari in classe e tablet: la Danimarca controcorrente, in classe i bambini torneranno a scrivere con carta e penna
Il ritorno alla scrittura “analogica” e lo stop ai cellulari in classe. Ecco la ricetta vincente per la scuola danese. Cosa accade invece in Italia
Prigionieri della tecnologia: c’è un Paese che ha deciso di nuotare controcorrente, dimostrando che tradizione e innovazione possono convivere. Stiamo parlando della Danimarca, dove le scuole hanno scelto di preservare l’antico fascino della scrittura a mano, accompagnato da un uso attento e ponderato delle tecnologie digitali. E, sorprendentemente, funziona.
Nelle aule danesi, scrivere a mano non è una semplice attività didattica: è un esercizio che attiva aree del cervello fondamentali per lo sviluppo cognitivo. È come una danza silenziosa che aiuta i bambini a memorizzare, riflettere e immaginare. Studi dell’Università di Stavanger lo confermano: quando si scrive a mano, il cervello lavora in modo diverso, stimolando capacità che la digitazione non riesce a sviluppare.
I cellulari chiusi negli armadietti
Ma c’è di più. In Danimarca, i cellulari non entrano in classe. Rimangono chiusi negli armadietti, lontani da occhi e mani curiose, favorendo un ambiente scolastico più sereno e collaborativo. Qui la tecnologia non viene demonizzata, ma usata solo quando è davvero utile per l’apprendimento. Una lezione di equilibrio, dove tradizione e modernità si stringono la mano.
Italia: tra divieti e ritorni al passato, la strada è ancora in salita
Se volgiamo lo sguardo verso casa nostra, il panorama appare diverso. La scrittura a mano, sebbene ancora parte del curriculum scolastico, sembra vivere un lento declino. Il Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) promuove l’uso di dispositivi elettronici per la didattica, ma spesso manca una riflessione profonda sull’importanza di integrare, piuttosto che sostituire, le pratiche tradizionali.
Le misure adottate in Italia
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha recentemente adottato misure per ridurre l’uso degli smartphone in classe, vietandoli nelle scuole medie a partire dal 2024/2025. L’obiettivo? Combattere la dipendenza da tecnologia e migliorare la concentrazione degli studenti. Eppure, queste decisioni – come il ritorno al diario cartaceo – sembrano più reazioni isolate che parte di una visione educativa complessiva.Parallelamente, il Ministero sta spingendo su campagne contro il cyberbullismo, proponendo persino di vietare l’accesso ai social network per i minori di 15 anni. Un’idea che ha diviso l’opinione pubblica: giusto proteggere i più giovani, ma servono anche strumenti per insegnare loro a navigare nel mondo digitale in modo consapevole.
Danesi e italiani a confronto: una lezione da imparare
Il confronto tra i due Paesi rivela filosofie opposte. La Danimarca non vede contrapposizioni: scrittura manuale e tecnologia sono alleate, non rivali. L’Italia, invece, sembra oscillare tra divieti e nostalgici ritorni al passato, senza una strategia educativa chiara e integrata.
Eppure, la strada c’è. La riscoperta della scrittura a mano potrebbe diventare un potente strumento per migliorare attenzione, creatività e memoria, mentre un uso consapevole delle tecnologie preparerebbe meglio i nostri ragazzi al futuro. Non si tratta di scegliere tra tradizione o innovazione, ma di capire come farle convivere.
Scrivere non è tracciare lettere ma lasciare un'impronta
In un’epoca in cui il digitale avanza a passi da gigante, l’Italia potrebbe ispirarsi alla Danimarca per creare una scuola che guardi avanti senza dimenticare il valore del passato. Perché scrivere a mano, in fondo, non è solo tracciare lettere su un foglio: è lasciare un’impronta di sé nel mondo, un gesto antico che parla di futuro.