Spiare la moglie col cellulare acceso in auto si può: sentenza di Cassazione
Assolto un uomo che ha spiato la moglie lasciando un cellulare acceso. In auto non si viola la privacy. Lo spiega l'avvocato Angelo Greco
Controllare la moglie, il marito o l'amante con le microspie è reato, ma se si vuole tracciare il partner e ascoltare le conversazione, basta mettere un telefonino in auto e ascoltare e geolocalizzare: non è reato, non è violazione della privacy e a sentenziarlo è la Cassazione.
A renderlo noto è la nuova bestia nera della burocrazia, l'avvocato Angelo Greco che nella serie infinta e quotidiana di video sui canali social, aiuta gli italiani a rispettare la legge e spesso a difendersi dalle maglie della burocrazia. “Ravanando” quotidianamente tra le sentenze della Cassazione, l'avvocato Greco ha scoperto che chi sospetta di tradimento non rischia nulla se il controllo o “l'intercettazione di eventuali conversazioni, avviene semplicemente inserendo nell'auto del “controllato” uno smartphone. E da qui il gioco è fatto: si può geolocalizzare, e tracciare quindi tutti gli spostamenti del partner, ma ancor di più ascoltare le conversazioni apparentemente riservate.
L'avvocato Angelo Greco e le nuove regole dello "spionaggio"
Spiega l'avvocato con stupore: “Chi l'avrebbe mai detto!!!! Da sempre la Cassazione ha predicato che non si può lasciare un registratore e poi ascoltare a distanza perché questo comportamento equivale a una violazione della privacy, tuttavia se si lascia un cellulare acceso in un auto non è reato”.
L'auto non è "privata dimora"
La sentenza è relativa ad un uomo che aveva inserito un cellulare nell'auto della moglie per spiarla e ascoltarla. Ebbene, per la Cassazione l'auto non è considerata una privata dimora, per cui non ci sono tutte le tutele che scattano in casa propria”. Spiare si può ma solo con un cellulare: E' Cassazione.