Stadio Flaminio, ecco il grande affare. Lotito chiede le Caserme Guido Reni

Per la Lazio la partita dello stadio è un affare che vale oro. Addio all'idea della Casa delle Aquile sulla Tiberina ora si torna a parlare del Flaminio

di Franco Pasqualetti
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Lo stadio Flaminio ai vecchi splendori
Roma

Per la Lazio la partita dello stadio è un affare che vale oro. Accantonata l'idea di Lotito di realizzare la Casa delle Acquile sulla Tiberina ora si torna a parlare dello stadio Flaminio. Un impianto bellissimo, nel cuore di Roma, ma che sta cadendo a pezzi come prima cosa e che non ha un ritorno commerciale e edilizio su cui puntare.

Ecco allora che spunta il progetto di ottenere dal Comune un quartiere da fare: quello dove oggi ci sono le caserme abbandonate di via Guido Reni. Un distretto dove poter realizzare centinaia di appartamenti extralusso in uno dei quartieri più in di Roma.

Il progetto

Le carte stanno girando per gli uffici e la soluzione finale non è facilissima. Un cambio di destinazione importante che andrebbe a coinvolgere almeno tre assessorati. Lotito per accettare l'idea del Flaminio, che andrebbe a togliere al Campidoglio una patata bollente come poche visto che lo stadio sta crollando a pezzi e non ci sono i fondi per restaurarlo, vorrebbe ottenere proprio le caserme in disuso per farci il suo quartiere.

Un nuovo distretto

Un nuovo distretto, nella zona del Flaminio, fatto di appartamenti, negozi e ristoranti. Solo con un entrata forte come questa operazione si può pensare di far andare la SS Lazio a giocare al Flaminio. L'impianto di Nervi è assai messo male e non ci sono margini di manovra infrastrutturale visto che la famiglia Nervi detiene il "copyright" e ci sono dei vincoli importanti di tutela. 

L'idea non convince il Sindaco

Eppure l'operazione Flaminio-Guido Reni non convince Gualtieri che invece vorrebbe destinare il distretto Flaminio a operazioni culturali e non residenziali. Ma ci sono delle correnti in Giunta che puntano proprio nella direzione chiesta da Lotito. La partita si gioca tutta lì. E per non lasciare indietro i laziali - visto che i terreni sulla Tiberina sono off limits perché sono un'area di decompressione della piena del Tevere e quindi a rischio allagamento - nei confronti dei romanisti si potrebbe far buon viso a cattivo gioco e portare a casa un risultato unico: far rinascere il Flaminio, accontentare Lotito, rendere felici i laziali e strappare dall'attuale degrado Guido Reni.

L'idea che fu di Alessandro Cochi

Quella del Flaminio è una vecchia battaglia anche di Alessandro Cochi, già delegato alle politiche sportive al Comune di Roma,  oggi nello staff dell'assessore regionale allo Sport, Ambiente, Turismo, Sostenibilità, Elena Palazzo. Famose. "Aspettiamo da circa 13 anni (ultima partita spareggio per la B tra Juve Stabia e Atletico Roma dopo il trasferimento del 6 Nazioni di rugby al vicino e più capiente Olimpico, ndr) - dice Cochi - che  vi sia un progetto finalmente  concreto e protocollato presso la proprietà dell'impianto,  nel caso specifico e preciso, Roma Capitale. Sicuramente solo il perimetro dello Stadio Flaminio di Nervi non potra' bastare. Ma se ne parlerà si spera presto al tempo dovuto sui tavoli delle commissioni consiliari competenti".

I vincoli

Sono tante le problematiche - continua Cochi - ed i vincoli ma se dopo alcuni decenni la volontà del privato nel realizzare un project financing sicuramente molto oneroso,  coincidesse con una forte volontà politica di Comune, ma anche Regione Lazio, Municipio II e Sopraintendenze che insistono sul sito (li vi e' una necropoli romana sotto la tribuna autorità da mettere magari "sotto vetro", ndr) oltre quello della famiglia Nervi che per la verità potrebbe essere superato dai tempi.Recuperare il troppo tempo perduto deve essere priorità politica trasversale. Dopodiche' affrontare in una Conferenza dei Servizi che si preannuncia lunga ed estenuante, tutti i non pochi cavilli burocratici, tecnico amministrativi, deroghe urbanistiche varie, quelle al piano parcheggi, gara europea, deroga al piano parcheggi, pubblica utilità (pure se realizzato da un privato magari con opere a scomputo, ndr) verifica ampliamento capienza e copertura.Insomma che non sia davvero un'altra uscita magari prelettorale o "scaccia contestazioni" per intendersi".