Stupro alla Magliana, la Bongiorno: "Con Borgese nessuna lacuna normativa"

L'avvocato Bongiorno, oggi senatrice, difende la legge: "Non c'è alcuna lacuna normativa, è competenza del giudice disporre i domiciliari anziché il carcere"

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Roma

Giulia Bongiorno, storico avvocato di Giulio Andreotti, e attivista per la difesa delle donne torna sullo stupro della Magliana. E fa il punto sul motivo per cui Borgese fosse ai domiciliari e non in carcere.

La Bongiorno, attualmente senatrice, difende la legge: "Non c'è alcuna lacuna normativa, è competenza del giudice disporre i domiciliari anziché il carcere".

Il punto dell'avvocato Bongiorno

"Non conosco il processo: da quel che leggo sui giornali esistevano dei precedenti e la procura aveva chiesto la misura del carcere. Poi però non è stata accolta questa richiesta. Non posso dire cosa abbia determinato questa scelta e non me la sento di giudicare un giudice su un caso che non conosco, mi limito a sottolineare l’importanza dei precedenti per una corretta valutazione. Di certo le leggi ci sono, quindi non è certo un problema di lacuna normativa". A dirlo all'Adnkronos Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia del Senato, commentando i domiciliari disposti dal Gip dopo la nuova accusa di stupro a carico di Simone Borgese, già condannato a sette anni e mezzo di reclusione per aver commesso un'altra violenza sessuale nel maggio del 2015. 

In favore delle donne

Per quanto riguarda i passi compiuti nel contrasto alla violenza sulle donne, la senatrice Bongiorno, che nel 2007 ha dato vita, insieme a Michelle Hunziker, a 'Doppia Difesa', fondazione per aiutare le vittime di discriminazioni, abusi e violenze, afferma che "da un punto di vista normativo la nostra è una legislazione assolutamente completa, si può migliorare ma gli strumenti ci sono. Va da sé poi che ogni legge deve essere applicata".