Superbonus e scorie radioattive: Francesco Rocca alza la voce e sfida Meloni
Il presidente di Regione Lazio chiede alla Premier di salvare il cratere di Amatrice dalla scure Superbonus. Depositi radioattivi, ricorso al Tar
Il presidente del Lazio che non t'aspetti tira fuori gli artigli: Francesco Rocca su modifiche al Superbonus Edilizia e sulla collocazione nel Lazio di uno dei depositi nazionale di scorie radioattive alza la voce contro il Governo Meloni. “Amici sì”, verrebbe voglia di dire ma il Lazio non si tocca.
Se per il Superbonus è un appello, per le scorie è una sfida con tanto di ricorso al Tar del Lazio e relativa costituzione di Parte Civile.
Per l'ennesima modificala Superbonus, Rocca usa la diplomazia: “La Regione Lazio, dopo un confronto tra il presidente Francesco Rocca e l’assessore alle Politiche di Ricostruzione Manuela Rinaldi, lancia un appello al Governo in merito alla decisione del Consiglio dei ministri sulla cessazione dei benefici del “contributo rafforzato” per le aree colpite dal sisma”. E così chiede “un passo indietro”, sulla “cessazione dei benefici del contributo rafforzato. Pochi giorni fa abbiamo celebrato l’avvio del “Super cantiere” di Amatrice con il sindaco Giorgio Cortellesi. Ora, la cessazione del contributo arriva inaspettata, e proprio nella fase di ripartenza volta a restituire vita alle zone distrutte dal sisma”.
L'appello al Governo: "Rivalutate la misura Superbonus per il cratere del terremoto"
Se non fosse chiaro dopo la ripartenza dei cantieri nel cratere reatino, Rocca e Rinaldi sono chiari: “Ci appelliamo al Consiglio dei ministri e al presidente Giorgia Meloni per una rivalutazione delle misure. Non possiamo abbandonare, proprio ora, questi borghi. Ovviamente, attendiamo di leggere il testo completo del decreto, nella certezza che sarà trovata una positiva soluzione per l’area del cratere”.
"Scorie radioattive a Viterbo? No grazie, andiamo al Tar come parte lesa"
E poi c'è il capitolo della cosiddetta Carta nazionale nazionale delle aree idonee, che nel Lazio, precisamente in provincia di Viterbo, individua 21 dei 51 siti dove ci sono le condizioni per creare siti di stoccaggio delle scorie nucleari. Dopo mesi di silenzio di Rocca, il tema cavalcato da Verdi e Sinistra, M5S, Pd, Polo Progressista e Italia Viva diventa un cavallo di battaglia del presidente che annuncia la costituzione della Regione Lazio “parte civile” nel ricorso al Tar avverso la Carta Nazionale del Cnai. Rocca nella serata di mercoledì 27 ha firmato la procura speciale all'Avvocatura Regionale per promuovere il ricorso dinanzi al Tar del Lazio. Secondo Rocca, “La decisione è frutto del fatto che non risultano conosciuti – tra gli altri – gli estremi e i contenuti del parere dell’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radio protezione, né le valutazioni istruttorie svolte dal ministero dell’Ambiente”.
Nessun parere favorevole ai depositi dei Comuni della Tuscia
E ha anche ribadito, “la forte contrarietà dell’amministrazione regionale a ospitare depositi di scorie nucleari. Le priorità del Lazio sono la tutela ambientale e la difesa di peculiarità uniche delle diverse province. La costituzione come parte civile è un atto necessario a garantire la difesa della Tuscia e la prosecuzione del percorso di valorizzazione dei nostri territori”. Parte la crociata in difesa dei Comuni del Viterbese nessuno dei quali in sede di istruttoria della Carta ha espresso parere favorevole. E le Europee sono alle porte.