Talpa in Procura, la Pm Guccione chiede 6 anni e mezzo per Camilla Marianera

La Procura di Roma ha chiesto una condanna a 6 anni e mezzo di carcere per la praticante avvocato Camilla Marianera

di David Perugia
Roma

La Procura di Roma ha chiesto una condanna a 6 anni e mezzo di carcere per la praticante avvocato Camilla Marianera nell'ambito dell'indagine su una presunta talpa all'interno dell'ufficio giudiziario capitolino. La donna è accusata di corruzione in atti giudiziari per avere ottenuto tangenti in cambio di notizie coperte da segreto istruttorio.

Al momento della richiesta è rimasta impassibile, senza tralasciare alcuna emozione.

L'accusa

Il rappresentante dell'accusa, il Pm Giulia Guccione (sostituita da Paolo Ielo per un impedimento), al termine della requisitoria ha chiesto l'attenuazione della misura cautelare sollecitando per Marianera i domiciliari. Inoltre chiesto dalla Procura l'invio degli atti per falsa testimonianza per un medico che avrebbe garantito all'imputata un falso alibi. Il 15 marzo scorso il suo compagno, Jacopo De Vivo, è stato condannato in abbreviato per la stessa accusa a 5 anni di carcere.

La talpa non si trova

Marianera e i suoi legali puntano tutto sul fatto che manca all'appello la famigerata presunta talpa. Al momento non c'è stato alcun funzionario rinviato a giudizio. Certo, una posizione di debolezza arriva proprio dal suo fidanzato De Vivo: avendo lui scelto il rito abbreviato - e quindi in parte una sorta di ammissione di colpevolezza - sarà difficile provare o convincere i giudici che la sua strada fosse diversa da quella del compagno. Lei, durante l'interrogatorio, ha sempre dichiarato di aver millantato tutto. Ora la palla è in mano al giudice che dovrà stabilire se è colpevole o innocente.

La sentenza il 5 aprile

Il dispositivo del Tribunale dovrebbe arrivare venerdì 5 aprile, dopo che ci saranno le controdeduzioni della Difesa. Intanto il Pm Ielo nella requisitoria ha smontato l'intero apparato difensivo della Marianera portando all'attenzione dei punti ritenuti non credibili come il fatto che la giovane avesse carpito i segreti del sistema di intercettazioni su internet ("non c'è traccia sul web", la replica di Ielo) o su come non avesse saputo chi fosse Luca Giampà, marito di Mafalda Casamonica. Insomma, una lotta ferrate sulle strategie.

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