Tasse e tartassati: una cartella da 6400 euro e una sanzione da 5400 euro. Lo Stato specula su chi salta una rata
Il caso. Al ritorno dalle vacanze, migliaia di contribuenti stanno ricevendo avvisi e intimidazioni delle Entrate. La data monstre del primo settembre
Una cartella esattoriale da 6400 euro e una sanzione da 5400 euro: succede anche questo con la lunga mano dell'Agenzia delle Entrate. E migliaia di contribuenti stanno ricevendo in queste ore avvisi e intimidazioni.
Come più volte annunciato dal Vice Ministro Leo, parte un piccolo pezzo della riforma Tributaria e per quel che interessa ai cittadini forse, il condizionale è d'obbligo fino a quando a gestire la macchina tributaria ci sono gli stessi dirigenti di sempre, le sanzioni saranno più attaccabili.
La riforma è giusta, la sua applicazione serve a mantenere il carrozzone
E' una riforma giusta anche se forse si potrebbe fare di più, consentendo al cittadino di sanare sempre e comunque la propria posizione fiscale senza incorrere in prebende di vario tipo. Ma d'altronde le prebende servono alla politica a giustificare richieste di assunzioni a pioggia che, nell'epoca della digitalizzazione e della intelligenza artificiale, poco si conciliano.
Il caso della cartella con gli interessi quasi pari alla sanzione
Per far capire la differenza, prendo a prestito una cartella appena ricevuta e vado a leggere: “Imposte Euro 6.454.72 e Sanzioni 5.486.55”. La cartella tra origine da un piano di rientro non rispettato, il contribuente non ha pagato in tempo la seconda rata e pur avendo pagato gran parte del debito l'amministrazione gli contesta la perdita del beneficio di rateizzazione.
Dunque a fronte di un debito di poco più di 6 .000 euro l'amministrazione chiede altrettanto di sanzioni, ovviamente gli interessi non sono compresi e ammontano ad ulteriori due mila euro circa, cioè circa il 40% dell'importo, per tutti quelli che dicono che non pagare le tasse conviene.
Una sovrattassa che sfiora il 100%
La riforma dunque non solo è giusta ma è sacrosanta. Per quale motivo ad un cittadino non dovrebbe essere possibile mettere a posto i propri debiti con l'amministrazione pagando il dovuto e gli interessi? Magari qualche spesa, ma non una sovrattassa pari al 100%.
Il vero ministro è il direttore dell'Agenzia delle Entrate
Nel frattempo però, il ministro delle Finanze, quello vero ovviamente, cioè il Direttore dell'Agenzia delle Entrate, Ruffini, invia ai migliaia e migliaia di contribuenti in questo squarcio di fine agosto, avvisi di intimidazione e di pagamento. Lo scopo è evidente, notificare prima del 1 settembre a quanti più contribuenti possibili le sanzioni, che con la nuova normativa, proprio dal prossimo mese non saranno più applicabili.
Sarebbe da chiedere al Ministro Giorgetti, quello che ha parlato al Meeting di Rimini non quello che opera tutti i giorni al Ministero, se ne fosse a conoscenza e soprattutto se fosse d'accordo.