Taxi, il vertice con Salvini non convince i tassisti: sciopero il 21 maggio
L’incontro con il ministro non ha convinto. Il rischio che Uber prenda sempre più potere è ancora concreto e così i tassisti sciopereranno martedì 21 maggio
L’incontro con il ministro non ha convinto. Il rischio che Uber prenda sempre più potere è ancora concreto e così i tassisti sciopereranno martedì 21 maggio per 24 ore.
La mobilitazione era stata indetta lo scorso 3 maggio per fare “pressione” sul governo ed adottare i decreti attuativi che dovrebbero, condizionale d’obbligo, riformare il settore taxi ed ncc. Invece, l’inerzia del governo e l’infruttuoso incontro con il ministro del Made in Italy, Adolfo d’Urso, hanno fatto saltare il banco.
Sciopero dei taxi
Lo sciopero durerà 24 ore e sono previste, ma ancora da confermare, mobilitazioni soprattutto a Roma, sede, tra gli altri, anche del ministero dei trasporti. Inoltre, cosa che ultimamente accade sempre più di rado, sembra che la vicenda abbia messo d’accordo tutte le sigle sindacali delle auto bianche. Lo sciopero, infatti, è stato proclamato da Fast Confsal, Satam, Tam, Usb Taxi, Unica Filt Cgil, Claai, Uritaxi, Uti, Unimpresa, Orsa Taxi, Ugl Taxi, Federtaxi Cisal, Sitan Atn, Unione Artigiani. Così, dopo la maxi protesta degli ncc lo scorso 25 marzo in piazza della Repubblica, questa volta saranno i tassisti a far sentire la loro voce.
Il sit in al ministero
A preoccupare sono le bozze dei decreti attuativi del dpcm del 2019 voluto dall’allora ministero Toninelli. Un documento, finito poi sul tavolo di Matteo Salvini, che prevede una riorganizzazione del settore taxi ed ncc che, di fatto, sta scontentando tutti. Bozze che, accusano i sindacati, sono già stati inviati all’Autorità garante della concorrenza e che, quindi, sarebbero ormai definitive. Soprattutto, rispetto alla situazione di qualche mese fa, i testi sarebbero profondamente cambiati ammorbidendo, sempre secondo i sindacati dei tassisti, delle restrizioni previste per gli ncc e, in particolare, per le piattaforme di intermediazione come Uber. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, poi è stato l’incontro, lo scorso 24 aprile, tra il ministro del Made in Italya, Urso, e Tony West, chief legal officer e senior vice president di Uber: “Al centro del confronto il futuro dei servizi per la mobilità e le sfide del trasporto passeggeri in Italia” aveva scritto il ministro. Oggi, mercoledì 8 maggio, delegati da tutta Italia si sono radunati in un sit in di protesta e sono stati poi ricevuti dallo stesso Urso. Un incontro che, a quanto pare, non è servito a molto.
Sarà sciopero nazionale
In un post social Urso abbia scritto di aver ricevuto i rappresentanti della categoria del settore dei taxi e di aver “condiviso le preoccupazioni legate alla scarsa disponibilità di autovetture”. Ha anche citato il Giubileo 2025, il perfezionamento del dpcm “piattaforme” e le novità dell’ecobonus 2024. Tutti discorsi che, evidentemente, non hanno rassicurato i rappresentanti dei taxi.
I sindacati
Per Nicola Di Giacobbe, di Unica Taxi Cgil, l'incontro al ministero del Made in Italy è stato “meramente interlocutorio, non ha prodotto risultati concreti, per questo è confermato lo sciopero del prossimo 21 maggio”. Sui testi dei decreti attuativi “il ministro ha passato la palla al ministero dei Trasporti. A oggi, le rappresentanze sindacali non hanno ancora idea di quali siano i testi dei decreti, fondamentali per la reale tutela del servizio pubblico. Certo è che se il testo definitivo dei decreti fosse quello che abbiamo letto, la liberalizzazione del servizio pubblico sarebbe un dato di fatto e lo sciopero del 21 sarebbe solo il primo passo di una lunga protesta”. Cuore della mobilitazione, che sarà a livello nazionale e durerà 24 ore, sarà ovviamente Roma. Si rischia, come già accaduto in passato, di trovare strade bloccate dai tassisti che manifesteranno contro il governo.