Teatro di Roma, Rocca a gamba tesa sulla nomina: "Siciliano deve dimettersi"

Gualtieri furioso per l'ingerenza del centrodestra. Rocca risponde a tono: "Pensano che la cultura sia loro". Da Elio Germano a Guanciale: gli artisti contro

di Franco Pasqualetti
Roma

Uno scontro furioso. Per la nomina del regista Luca De Fusco si sta scatenando una vera battaglia politica tra centrodestra (che ha caldeggiato la scelta di De Fusco) e il centrosinistra a cui proprio non va giù l'ingerenza su un campo storicamente suo come quello della cultura.

Gualtieri e Rocca vanno avanti a colpi di comunicati. E ora i toni si alzano.

Gualtieri furioso

All’ira del sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri, si unisce anche il presidente della Fondazione, Francesco Siciliano, secondo cui la riunione del Cda è da ritenersi invalida: «Mi appare come una scelta preconfezionata che toglie ogni spazio alla discussione e insieme la scelta più sbagliata per il Teatro», ha detto senza giri di parole alla conferenza stampa convocata d’urgenza nella giornata del 20 gennaio. «Una scelta per la direzione del Teatro Roma che taglia fuori la città: una rottura del patto territoriale che è alla base di questo teatro», ha aggiunto.

Rocca risponde duro

"La verità è che sulla cultura la sinistra si sente padrona di occupare tutti gli spazi. Dimentica che su queste tematiche deve valere sempre una forte dialettica e non esiste una superiorità morale. Io su questo fronte ne so qualcosa", tuona il governatore. "Io non capisco - continua Rocca - la posizione del Comune: il bando l’ha scritto l’assessore alla Cultura, Miguel Gotor, che ha fissato i criteri. È stata fatta una selezione da parte di una commissione indipendente che ha portato alla scrematura di tre candidati. Di più, l’unico che ha diretto un maggior numero di teatri è stato proprio De Fusco. Quindi non capisco dove e quale sarebbe questa volontà di occupare poltrone". Poi la bordata:  "La verità è che qui ci sono uno statuto della fondazione e dei criteri del bando nella selezione per il manager che sono stati rispettati. E le regole in democrazia si rispettano. Il resto è ribaltare la realtà. Credo che a dimettersi debba essere il presidente Francesco Siciliano: ha provato a rimandare il Cda, sapendo di essere in minoranza".

Attori e registi contro

«La questione cruciale è che è stata presa una decisione di questa importanza senza che fosse presente la rappresentanza della città di Roma nelle figure del Presidente e della Consigliera Di Iorio, rappresentanti del Comune di Roma, socio di maggioranza del CdA nonché proprietario del Teatro Argentina, il Teatro Argentina, il Teatro India, il Teatro Torlonia. E del Teatro Valle che a quanto ci consta nei prossimi mesi avrebbe dovuto essere attribuito al Teatro di Roma», spiegano da subito nella lettera pubblica, per poi aggiungere che la nomina di De Fusco è stata prima annunciata a Il Messaggero. Un modo di precedere che, a loro avviso, rappresenta «un grave colpo al rapporto di lealtà e al rispetto istituzionale che legano il teatro della capitale alla città, alle sue artiste e ai suoi artisti e al pubblico tutto». E non solo: «Aggiungiamo anche che nella terna selezionata dalla Commissione, che poteva arrivare fino a 5 nomi, non c’è alcuna parità di genere, né tantomeno figure giovani». Attualmente, sono 23 i firmatari della missiva. Tra questi, vi sono ad esempio il direttore artistico e regista di tutte le produzioni di Accademia degli artefatti, Fabrizio Arcuri, il regista di Io Capitano, Matteo Garrone, e gli attori Lino Guanciale ed Elio Germano.

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