"Troppo degrado, meglio Milano", il ristorante "Il Bolognese" abbandona Roma

Il Bolognese per anni è stato una sorta di status symbol, come il Rolex o la Ferrari. Questo sogno è finito: la proprietà ha deciso di lasciare Roma

Il ristorante Il Bolognese
Roma

Per anni è stato il simbolo della Roma che conta. Vip, politici, personaggi noti non potevano fare a meno di sedersi a quei tavoli. Il Bolognese per anni è stato una sorta di status symbol: come il Rolex o la Ferrari. Questo sogno è finito: la proprietà ha deciso di lasciare Roma.

"La Capitale è troppo degradata, meglio andare a Milano", il commento lapidario.

Il ristorante

Un ristorante di cucina emiliana, diventato in 64 anni uno dei simboli gastronomici di Roma. Si riassume così la traiettoria di Dal Bolognese, storico locale al civico 1 di Piazza del Popolo, che ha visto passare, numerose volte, il gotha politico, intellettuale e artistico della città. Immortale? Più o meno. Perché è di poche ore fa la notizia che Dal Bolognese — almeno per come lo conosciamo oggi — a Roma non ci sarà più. Mentre la sede milanese, inaugurata nel 2005, prosegue il suo corso con gli storici proprietari. Come succede spesso in questi casi in cui si urla alla “chiusura” di ristoranti storici, in realtà l’insegna capitolina non chiude affatto, ma passa a una nuova gestione.

Il motivo

Come mai? “Resistere al degrado del centro di Roma era diventato troppo faticoso”, sostengono i vecchi titolari. Troppo degrado, troppe regole, poca elasticità e una politica che non aiuta i commercianti ma li allontana. Questa la sintesi tristisstima. Roma caccia, Milano attira.

Ai tavoli tanti vip

Dai primi 20 coperti messi insieme a fatica, la cucina di classici petroniani convince dapprima Alberto Moravia con Elsa Morante. Seguono Ennio Flaiano e gli artisti Mario Schifano, Tano Festa, oltre ad altri esponenti della “Scuola di Piazza del Popolo", sodali di una corrente artistica che in quella zona si dava appuntamento. “Grandi discorsi intellettuali, ma magnano come gli altri”, commentano i fondatori, che in quel momento conducevano un locale non troppo somigliante a quello odierno. “Ma quella era un’altra Roma, il ristorante era un posto dove non si spendevano cifre astronomiche, bevevi il vino della casa. Oggi il ristorante è un’industria”. E poi ancora: Gianni Agnelli, Marlon Brando, Alain Delon, Jean Paul Belmondo e Orson Welles.

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