Uomini vestiti malissimo dalla testa ai piedi: la crociata di Niky Marcelli
Arriva il Boudoir del Gentiluomo, la fatica letteraria dell'ultimo dei dandy, il giornalista Rai in lotta contro il cattivo gusto
Cosa non dovrebbe mai mancare nel guardaroba di un vero gentiluomo per essere elegante e cosa, al contrario, non dovrebbe indossare mai? Arrivano i consigli utilissimi, anche se non richiesti, del giornalista Rai e scrittore super dandy e sempre chicchissimo Niky Marcelli che come nuova mission si è messo in testa di debellare la dilagante ineleganza maschile.
Dalla testa ai piedi. E lo fa con il suo ultimo lavoro, il pamphlet “Il Boudoir del Gentiluomo”, appena pubblicato da Edizioni Clandestine - Gruppo Santelli (183 pagine, € 15,99), scritto con l’ironia e l’arguzia che lo contraddistinguono. Il libro sarà presentato a Roma sabato 13 gennaio alle 17,30 alla Libreria Mondadori di via Piave, 18 dinanzi ad un parterre di volti noti e amici. Conduce l’incontro la conduttrice radiofonica Roberta Beta; l’attore Andrea Di Bella leggerà e interpreterà alcuni brani del libro. Un divertente e imperdibile itinerario tra moda e modi di intendere l’abbigliamento maschile, tra tradizione e curiosità, stile e tendenze.
Il dilemma quotidiano: "Oddio cosa mi metto oggi"
Chi non si pone ogni giorno il dilemma dinanzi alla propria cabina armadio “Come mi vesto oggi? Classico o moderno? Meglio apparire e strafare o essere me stesso?”. Convinto di quanto l’odierno e malinteso concetto di “comodità” abbia soppiantato quello di “eleganza”, Marcelli ci porta con questo spassoso “libello” attraverso diversi secoli di moda maschile, raccontandoci le origini di molti degli indumenti che indossiamo ancora oggi. Senza perdere il suo proverbiale senso dell’umorismo né la sua leggerezza, l’autore regala consigli e chicche sui tessuti e sui tagli, invitandoci a non essere fashion victims, ma a cercare il nostro stile senza tenere troppo conto delle mode del momento e, soprattutto, a seguire sempre i dettami di quelli che definisce “Madonna Sobrietà” e “Messer Buongusto”. Questo senza ovviamente tralasciare la doverosa attenzione alla “base”, ovvero il nostro corpo. Perché il nostro aspetto è il nostro primo biglietto da visita e chi non ha cura e amore per se stesso non può averne nemmeno per il suo prossimo. E lo stile è tutto!
Bonizza Giordani Aragno: "La moda è costruzione culturale"
“Il fine estetico che la moda in generale vuole affermare si identifica con la ricerca di un’affermazione sociale che spesso si presenta, nella contemporaneità, con diverse forme che vanno verso l’ostentazione dello sfarzo in antitesi ad un’eleganza che invece si manifesta con discrezione e con una semplicità sfumata verso la distinzione”, scrive nella prefazione la nota storica della moda e del costume Bonizza Giordani Aragno. “Negli ultimi decenni, il fenomeno moda ha coinvolto tutti i saperi, dall’antropologia alla storia dell’arte, dalla sociologia alla psicologia, dai mass-media all’economia, con l’uso indiscriminato delle celebrità e della politica del consumo della moda. Oggi il discorso sul significato sociale ed estetico dell’abbigliamento si è complicato: si sono persi i confini a favore dell’uso indiscriminato dell’immagine”, scrive ancora Bonizza Giordani Aragno che avvisa: “Se la moda è costruzione culturale, il libro di Marcelli è il punto di intersezione tra abito, corpo e forma. Autentiche riflessioni sulle recenti evoluzioni della moda maschile a favore di un’eleganza contenuta e dove l’apparenza si pone come indicatore sociale. La moda, insomma, spartiacque tra passato e futuro, per vivere il presente”.
La camicia a quadri è da boscaioli
Ma entrando nel dettaglio quali sono secondo Niky Marcelli - un tipetto colto e raffinato che non esce mai di casa senza i suoi cappelli Panama fatti su misura e colleziona auto d’epoca, soprattutto Citroen storiche con cui poi gira per i raduni in Italia - gli indumenti e gli accessori da non sfoggiare mai per non travalicare i confini del cattivo gusto e della pacchianeria? Ecco alcuni degli outfit da far gridare vendetta. La camicia a quadri? Solo se siete boscaioli! Gli short, i bermuda e i pinocchietti? Solo fino agli 11 anni. La tuta da ginnastica? Mai fuori dalla palestra, neanche per andare al supermercato. E mai e poi mai calzando mocassini al posto delle sneakers. La camicia a maniche corte? Tristissima, fa tanto venditore di auto usate del Nebraska. La camicia con le spalline? Solo se appartenete alle Forze Armate o dell’Ordine. Lo slip? Va cancellato da ogni guardaroba che si rispetti! Il sabot da uomo? Chi l’ha inventato andrebbe spedito in un campo di rieducazione. I sandali? Solo se sei un frate. Il look hip hop e i suoi derivati rap e trap? L’assoluta nemesi del buongusto, come molte delle mode statunitensi. Tra i grandi classici intramontabili del cattivo gusto per l’implacabile Niky non potevano mancare i calzini corti, le calze bianche, la felpa (indossabile fino ai 20 anni), i “jeans del nonno”, le giacche e le camicie jeans. E che dire del borsello e del marsupio? No, no, no. Dio ce ne scampi e liberi! Un vero gentiluomo, tra l’altro non segue la moda, semmai la detta. Così Marcelli continua ad illustrare nel suo pamphlet tutto quello che c’è da sapere su mutande, camicie, calze, pantaloni, T-shirt, maglioni, gilet, capispalla e mantelli.
La sentenza: "Uno sfacelo estetico"
Capitoli interessanti anche su cravatte, scarpe, cappelli, cinte e accessori vari, abiti da cerimonia, costumi da bagno, pigiami, vestaglie, abiti vintage e chi più ne ha più ne metta. Nelle note finali, l’autore spiega di aver capito di aver avuto l’idea giusta con questo libro “modaiolo” dopo aver pubblicato ben 12 tomi, tra romanzi d’avventura, gialli, manuali di cucina, raccolte di racconti e saggi, quando, poco prima di andare in stampa, gli è giunta eco della bizzarra polemica scaturita da un editoriale su “La Repubblica” del raffinatissimo Alain Elkann che parlava dei moderni “lanzichenecchi” incontrati sul treno per Lecce. “Mentre Elkann si è soffermato sulla mala educazione di questi giovani, io mi sono posto varie domande sullo sfacelo estetico odierno, che sottintende purtroppo anche a uno sfracello culturale e sociale a cui andrebbe posto subito rimedio”.