Urbanistica, il diktat di Gualtieri all'opposizione: "Ora votate e basta"

Di Stefano, Noi Moderati-FI: "La maggioranza vuole approvare le regole per il futuro della città soltanto con i loro voti, senza dare la parola all'opposizione"

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Roma

“Ieri per l'ennesima volta abbiamo assistito a una Commissione Urbanistica nella quale il presidente ha invitato i consiglieri comunali membri della stessa a svolgere il solito ruolo marginale di passacarte. La discussione era incentrata su un tema estremamente importante per lo sviluppo e l'economia della città, quello della variante alle norme tecniche del piano regolatore".

Lo dichiara in una nota Marco Di Stefano, capogruppo Noi Moderati – Forza Italia in Assemblea Capitolina e vicepresidente della Commissione Urbanistica.    

Il caso

"La delibera di Giunta sull'argomento ha compiuto pochi giorni fa il tredicesimo mese di vita - continua Di Stefano - e sono stati tredici mesi di frequenti e vivacissime discussioni all'interno della maggioranza; ieri, dopo tutto questo tempo, il presidente ha chiesto di votarla in Commissione nel giro di un’ora, senza dare l’opportunità all'opposizione di entrare nel merito della stessa. Avevamo chiesto in maniera pacata la possibilità di qualche ora di confronto sulla proposta, qualche ora a fronte dei tredici mesi avuti dalla maggioranza per approfondire uno straordinario atto atteso da tanti anni, ma la nostra richiesta è rimasta inascoltata”.

L'attacco a Gualtieri

“Questa è la democrazia del Sindaco Gualtieri e della sua maggioranza - sottolinea il consigliere - approvare le regole per il futuro della città soltanto con i loro voti, senza dare la parola all'opposizione. Il presidente della Commissione Urbanistica, Tommaso Amodeo”, conclude Di Stefano, “che dovrebbe garantire, come da Regolamento, la vigilanza, le proposte, gli approfondimenti sugli atti di tutti i consiglieri comunali facenti parte della Commissione stessa, è oramai ostaggio del volere dell'assessore Veloccia. Riteniamo quindi che dovrebbe sollevarsi spontaneamente da questo incarico, dal momento che non ci sembra più in grado di svolgere in autonomia e con uguali garanzie per tutti il suo ruolo”.