Vaiolo scimmie, la rete perde la testa: “C'è un vaccino? Come si trasmette”
Martina Agrì, romana, esperta di social media e ospite di Uno Mattina su Rai 1, spiega il sentimento della rete sul vaiolo delle scimmie
Sul vaiolo delle scimmie, la rete perde la testa. Il trend sui social è in costante ascesa ma è composto da domande, dubbi e soprattutto paure.
A spiegare il sentiment dei social è Martina Agrì, 32 anni, social media manager della società SocialComItalia e dalla scorsa settimana ospite fissa di Uno Mattina in famiglia, la sempiterna trasmissione di Rai 1. Proprio davanti agli schermi tv, Martina riassume l'isteria della popolazione digitale italiana nel momento in cui si è palesata una nuova emergenza associata a quella dei cinghiali e della peste suina.
“Preoccupati, quasi angosciati – spiega l'esperta – soprattutto su Facebook e twitter dove la chiavi “vaiolo scimmie” hanno trainato il traffico. In generale c'è molta apprensione relativamente alla diffusione di questo virus. Le persone stanno cercando di capire di cosa si tratta. E tra le varie discussioni, emerge la voglia di capire in che modo si trasmette il virus all'uomo e quali sono i tempi di incubazione. Infine – precisa l'esperta – le persone stanno navigando per provare a capire e esista o meno un vaccino in grado di fermare un'ipotetica diffusione del virus su larga scala”.
Secondo lo studio di Social Com Italia la popolazione più “impaurita” è composta per la maggior parte da uomini di età compresa tra i 35 e i 55 anni.
Martina, quali sono secondo lei i nuovi trend che si consolideranno durante l'estate?
“Alcuni sono già in atto com il discorso del costo dei generi alimentari per via della guerra. Penso che insieme al “caro vacanze” saranno dominanti tra le cose serie, anche se tra poco decollerà il delirio da mare, monti e campagne. In più mai come quest'anno gli animali da compagnia saranno protagonisti”.
Ma la rete è sempre più un luogo dove si ragiona con la pancia?
“La pancia è l'anima della rete, ma anche qui c'è un'evoluzione in corso. Sui temi seri sembra quasi che gli italiani non vogliano più scherzare. Anche se le cronache li bombardano di brutte notizie. C'è tanta voglia di normalità”.