Ventinove bus a fuoco, chiesto rinvio a giudizio per l’ex dg Atac Giampaoletti

Ventinove autobus carbonizzati all’interno di un deposito Atac: la Procura chiede il processo per il direttore generale e tre funzionari Atac

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I bus in fiamme
Roma

Ventinove autobus carbonizzati all’interno di un deposito Atac. Un fatto grave sul quale occorre valutare ogni eventuale responsabilità. Per questo motivo la procura di Roma ha chiesto che quattro persone vengano rinviate a giudizio: l’ex direttore generale dell’Atac, Franco Giampaoletti.

Con lui anche i responsabili del servizio di prevenzione della municipalizzata e anche un operatore della ditta che si occupa dell’assistenza e della pulizia nelle strutture della società incaricata di garantire il trasporto pubblico nella Capitale.

Atac parte lesa

Anche Atac si considera parte lesa, e ha chiesto di costituirsi parte civile. E punta il dito contro l’azienda che si occupa di manutenzione chiedendo che sia chiamata in causa come responsabile civile. “Incendio colposo”, è il reato contestato. Del resto nella sede Atac di via Prenestina la notte dell’incendio, il 5 ottobre 2021, non c’era un sistema in grado di allertare immediatamente i vigili del fuoco, mancava una control room e non c’era un sistema antincendio degno di questo nome.

Senza addestramento

E poi gli operatori non sarebbero stati addestrati adeguatamente e non sarebbero stati dotati di strumenti idonei a fronteggiare il pericolo. Mancavano persino le lance che erogano l’acqua. Così quella notte il torpedone 4481 si è trasformato in una miccia, un innesco. Quel mezzo con 12 anni di servizio alle spalle era già stato costretto a rientrare 105 volte in officina per diverse problematiche che ne hanno caratterizzato la lunga carriera su strada. I cerchioni e i pneumatici lacerati dalle buche, porte, sedili e finestrini finiti ko. E poi infiltrazioni di acqua, guasti ai freni, un alternatore che non va d’accordo con la batteria e un motore che ha dato più di un problema.

Gli allarmi

Gli allarmi sono stati diversi: “Alta temperatura bombola di metano”, il 22 dicembre 2020. “Fughe di gas”, il 19 febbraio 2021. E poi il consiglio: "Cautela in rimessa". Ecco, la cautela. Secondo il pm Clara De Cecilia e L’aggiunto Giovanni Conzo il bus quella notte è stato lasciato acceso, con gli altri mezzi parcheggiati a meno di un metro di distanza. Quando 4481 è andato a fuoco si è innescato un effetto domino, una dinamica che ha carbonizzato altri 28 bus. Un rogo che adesso potrebbe costringere 4 persone ad affrontare un processo.