Via i medici, ecco l'Intelligenza Artificiale: dal 40% sì a diagnosi virtuali

Italia divisa sull'AI “estrema” nella sanità: il 46,3% si fiderebbe poco di una diagnosi virtuale. Critiche sui pareri medici “poco chiari o incomprensibili”

di David Perugia
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Intelligenza artificiale
Roma

L’Intelligenza artificiale al posto dei medici? I cittadini italiani si fiderebbero di una diagnosi senza intervento umano? Il 46,3 per cento hanno risposto: mi fiderei poco, ma il 40 per cento si fiderebbe “abbastanza”. Tuttavia, 9 cittadini su 10 pensano che digitalizzazione e Intelligenza artificiale possono migliorare la qualità dei servizi.

Da segnalare che oggi ancora c’è fiducia quasi generale nel parere dei medici, anche se troppo spesso non sono chiari e comprensibili nelle loro spiegazioni.

Sono dati che emergono dall’indagine della Fondazione Medic confitarma, ina sociale e innovazione tecnologica (Mesit) condotta con PreSa, PreSa, network editoriale di promozione della salute. L’indagine è stata presentata da Marco Trabucco Aurilio, Presidente di Mesit nella sede di Confitarma a piazza Santi Apostoli a Roma, nell’evento “Talking Health, la Sanità del futuro tra comunicazione digitale, AI e innovazione tecnologica”.

La metodologia e i dettagli dell'indagine

L’indagine è basata su interviste a un campione di 1000 persone. Mentre l’Intelligenza artificiale compie passi da gigante quotidiani, nove italiani su dieci danno ancora molto credito alle valutazioni dei medici (“molto” o “abbastanza”). Ma 2 su dieci pensano che i medici raramente diano informazioni chiare e comprensibili e 7 su dieci ritengono che “non sempre” siano chiari e comprensibili. C’è comunque un 17,7 per cento che sui temi sanitari si informa sul web e sui giornali online, mentre tutti gli altri continuano a rivolgersi al sapere dei medici. Il 44,8 per cento ritiene le notizie in tema salute sul web “poco affidabili”, mentre il 42,2 per cento le ritiene “abbastanza affidabili”. C’è molta fiducia sul fatto che digitalizzazione e Intelligenza artificiale possano migliorare i servizi sanitari, in particolare nei settori delle cartelle cliniche e delle prenotazioni online. Quanto ai timori che suscita l’Intelligenza artificiale, i principali sono appunto l’affidabilità della diagnosi, la protezione dei dati, la sostituzione del personale medico e la crescente dipendenza dalle tecnologie.

I medici non stanno a guardare ma studiano

Deborah De Cesare, Direttrice dell’Osservatorio sulla sanità digitale del Politecnico di Milano, ha illustrato un’indagine condotta fra 1000 medici: “C’è una grande crescita di interesse sull’Intelligenza artificiale da parte dei medici e anche una progressivo aumento dell’utilizzo. La ricerca evidenzia che i benefici sono considerati superiori ai rischi”.

Con l'Ai sviluppo di nuovi farmaci più veloce

Il Presidente di Farmindustria e Presidente di Sanofi Marcello Cattani ha messo in luce la riduzione del 40 per cento dei tempi dello sviluppo dei nuovi farmaci dovuto all’Intelligenza artificiale, ma ha aggiunto: “L’Italia deve cogliere le opportunità. Segnalo che la Cina ha da poco superato l’Europa nello sviluppo dei nuovi farmaci e che Paesi più vicini al nostro come Finlandia e Francia hanno appena varato le Agenzie per la salute digitale”.

Trabucco Aurilio: "Le aspettative sono positive"

“Otto cittadini su dieci ripongono aspettative positive circa l’Intelligenza artificiale come occasione di miglioramento dei servizi sanitari; la digitalizzazione, favorita in nove casi su dieci, può permettere anche di colmare quel gap di alfabetizzazione sanitaria che va considerato come un bisogno di salute fondamentale, non sempre soddisfatto -ha sintetizzato il Presidente di Fondazione Mesit, Marco Trabucco Aurilio- Non mancano delle perplessità circa la privacy del dato sanitario e la non sostituibilità del medico nella presa in carico globale del paziente: circa un intervistato su due, infatti, non si fiderebbe di una diagnosi suggerita dall’intelligenza artificiale”.