Vigili Urbani si cambia, per il comando è corsa a tre: in pole De Sclavis
Per i vigili urbani di Roma è tempo di cambiare. A fine anno scadrà infatti il mandato del comandante generale del Corpo Ugo Angeloni: caccia al successore
Per i vigili urbani di Roma è tempo di cambiare. A fine anno scadrà infatti il mandato del comandante generale del Corpo, Ugo Angeloni. E da giorni in Campidoglio riunioni e vertici sono in corso per trovare un sostituto stabile che avrà il delicatissimo ruolo di gestire l'evento del Giubileo, i nuovi assunti e i soliti mal di pancia di una struttura organizzativa che, storicamente, è restia ai cambiamenti.
La corsa per la poltrona è a tre. Due interni, Mario De Sclavis e Donatella Scafati e un outsider esterno: l'attuale capo della Protezione Civile romana, Giuseppe Napolitano.
La scelta
Nella scelta del capo dei Vigili, come troppo spesso accaduto in passato, c'è la longa mano della Cgil che vuole imporre il suo potere e continuare a stare nella stanza dei bottoni. Non è un caso, infatti, che De Sclavis e Scafati siano due espressioni chiare del sindacato di sinistra. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire cosa sta accandendo e cosa accadrà in via della Conciliazione tra qualche giorno. A dispetto di tanti il giudizio su Angeloni è molto positivo: dato per partente da sempre ha retto botta per mesi, riuscendo a tenere in piedi - con un equilibrio a metà strada tra Valentino Rossi e Oudinì - una struttura sotto organico, con seimila problemi quotidiani e una guida politica inesistente: non ha un assessore di riferimento, non ha un indirizzo politico da seguire, veniva da fuori (Polizia) e ha gestito un sindaco che un giorno sì e l'altro pure sussurava che tutte le colpe di Roma erano del Comando della Polizia Locale. Così non era e Angeloni ha saputo traghettare i Vigili portando a casa anche operazioni di primo piano. Con flemma e gentilezza ha sempre ascoltato tutti: poi si faceva come diceva lui, ma questo è un altro discorso...
Il più gettonato
Il più gettonato per guidare i 6500 agenti - che diventeranno quasi 7000 col nuovo concorso - è Mario De Sclavis. Un uomo nato, cresciuto e strutturato nel Corpo. Ha ricoperto e ricopre il ruolo di comando nei gruppi municipali ed è da sempre dato per pronto a diventare comandante generale. Doveva esserlo quando andò via Antonio Di Maggio, doveva esserlo quando si è insediato Gualtieri che invece ha voluto continuare con la strada di Angeloni e deve esserlo anche ora che Angeloni andrà via per tornare in Polizia. Il suo sponsor è la Cgil, è un dirigente attento e preparato. Difficilmente è stato investito da problemi (tranne che per un'inchiesta giornalistica che lo vedeva anche a capo di una società di servizi per il Cinema, che in realtà era del figlio... ma queste sono chiacchiere), si presenta bene grazie all'impeccabile stile giacca e cravatta anche se non è uno di quelli che non mette mai l'uniforme. Ma, a meno di stravolgimenti dell'ultima ora, le maggiori quotazioni sono tutte per lui.
Potere rosa
Se De Sclavis piace la Scafati intriga. Già, perché l'idea di avere un comandante donna che sarebbe il primo nella storia intriga Gualtieri a cui piace molto la politica del "primo a fare....". Al momento questa politica è stata devastante visto che i suoi primati sono tutti al negativo. Però a soffiare sulla scelta al femminile gioca anche un periodo storico particolare dove le Pari Opportunità tanto care alla Lucarelli - che pur avendo la Sicurezza non ha la gestione dei Vigili - vanno di moda. La Scafati è molto brava e preparata. Anche lei è di sfera sinistra (politicamente eh!) ed è legata proprio alla Cgil, il sindacato dei bottoni che invece che ai lavoratori pensa alle poltrone. Politica a parte la bionda comandante, animalista sfegatata, è brava davvero: ha guidato il gruppo Parioli in uno dei momenti più difficili per quel gruppo, ha avuto l'incarico di vicecomandante generale del Corpo, poi è stata sposta nel gruppo più difficile di Roma (il centro storico) e ora è vicecomandante generale e direttore del coordinamento normativo e funzionale. Detta così sembra una roba da Fantozzi ma è un ruolo assolutamente strategico e chiave per far funzionare ogni giorno tutti i gruppi municipali.
La tentazione
Se De Sclavis piace, la Scafati intriga, Napolitano tenta. Partiamo dall'inizio: per Napolitano non intendiamo l'emerito Presidente della Repubblica ma Giuseppe Napolitano. Un dirigente da anni a capo della Protezione civile romana. Un ruolo operativo e infatti lo si vede sempre alla riunioni con la tuta similpalombaro e un sorriso a tutta bocca, specialmente se ci sono fotografi o telecamere. Gode della stima del sindaco Gualtieri, che di questi tempi non si sa se è proprio un bene, che è stato convinto di un progetto per il Giubileo che andrebbe a far convere proprio la Protezione civili con la Municipale. Naturalmente parliamo di sogni ma la capacità gestionale e operativa di chi deve saper gestire disastri potrebbe esser perfetta per la guida del Corpo di polizia locale più grande d'Italia. In particolare l'eventuale scelta di Napolitano sarebbe tutta in chiave Giubileo. A spaventare l'amministrazione, però, oltre alla Cgil, c'è la poca voglia di scontentare tutti e 6500 uomini e donne vigili: storicamente "quelli di fuori" (che provengono da altri Corpi) sono malvisti e poco rispettati. Lo sa bene Marino che per la scelta di Raffaele Clemente vide un capodanno senza agenti perché si diedero tutti malati. Discorso analogo per Angeloni. Ora, portare "Smile" Napolitano (così lo hanno ribattezzato i suoi nemici, ma anche alcuni suoi amici...) a via della Conciliazione sarebbe un rischio che, col Giubileo alle porte, neanche uno come Gualtieri può correre.
Dossier nelle mani di Stancanelli
Il pacchetto vigili è incardinato nell'ufficio del Capo di Gabinetto, Carlo Stancanelli, che sta vagliando la situazione per informare poi il sindaco sugli sviluppi. Un ruolo complesso assai anche perché Stancanelli dei Vigili proprio non vorrebbe più occuparsene. Sarebbe meglio, come sempre accaduto, affidare il pacchetto nelle mani sapienti di un assessore. Ma il problema, per Stancanelli e per i vigili, è che quando si gira non vede nessuno in grado di fare ciò.