Giudici di Pace in tilt. Lecce non fa eccezione.

Lo scorso 21 maggio, il C.O.A. di Torino ha scritto al Ministro della Giustizia Carlo Nordio  affinchè sblocchi lo stallo dei lavori creatosi all’interno del relativo Ufficio del Giudice di Pace, a cui, poi, ha fatto eco il C.O.A. di Avellino, proclamando, nella medesima giornata, l’astensione dalle udienze civili dinanzi al locale Ufficio del GDP per i giorni 8, 9, 10, 11, 12 Luglio p.v..

La precarietà giurisdizionale dell’Ufficio del GDP viene avvertita anche dagli avvocati di Nola, Viterbo, Catania, Pordenone, Foggia, Bologna, e tanti altri, e sicuramente, non è di minor evidenza nel Foro di Lecce. Qui, infatti, storiche criticità nazionali, quali l’eccessiva durata dei processi, oppure, il mancato rispetto dei termini processuali, non prettamente perentori, unite ad altre di più recente fattura, come l’introduzione del c.d. Rito Cartabia, che, con l’uso massiccio del ricorso in luogo della citazione, ha allungato oltremodo i tempi delle udienze di comparizione e sminuito le possibilità dell’attività conciliativa pre-giudizio dei legali, rendono poco fluido l’accesso e la fruizione alla giustizia di prossimità, Non sono, però, meno gravi e ostative, défaillance territoriali, quali la mancanza del numero organico di GOP, lo scioglimento delle c.d. “riservate” dopo mesi, ed altre ancora.