INPS chiede somme dopo 12 anni: condannata

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Il Tribunale di Lecce annulla le richieste di pagamento per somme risalenti a 12 anni prima e condanna Inps a sostenere le spese legali. Il Presidente di PIN “Assurdo costringere i contribuenti ad avviare azioni legali per pretese palesemente prescritte. Denunceremo i fatti alla Corte dei Conti”.

 

Con sentenza n.2066/2024 il Tribunale di Lecce, sezione lavoro, ha annullato migliaia di euro di pretese dell’Inps poiché richieste oltre i termini di legge. La sentenza risale al giugno scorso ma è stata resa nota adesso poiché risulta passata in giudicato in quanto non appellata dall’ente (si veda sentenza su www.partiteivanazionali.it – sez. Documenti).

La questione ha inizio nel 2021, quando un contribuente della provincia di Lecce aveva ricevuto dall’Inps una richiesta di pagamento di alcune migliaia di euro poiché, a detta dell’ente, erano state erogate somme indebite alla madre defunta ben oltre 12 anni prima.

Il contribuente, assistito dall’Avv. Matteo Sances, segnalava da subito la prescrizione delle pretese in via stragiudiziale senza tuttavia ottenere alcun riscontro dall’Inps che dunque lo costringeva ad avviare l’azione legale.

Nel corso del giudizio Inps non esibiva alcun atto interruttivo della prescrizione ma comunque continuava a insistere sulla debenza delle sue pretese. Il Tribunale di Lecce, quindi, annullava le richieste dell’ente condannandolo anche al pagamento delle spese legali.

Sul punto interviene il Presidente di Partite Iva Nazionali (PIN), il Cav. Antonio Sorrento il quale fa presente che “Quanto accaduto fa capire che è ancora molto lunga la strada per la tutela di cittadini e imprese. Mi chiedo come sia possibile che una amministrazione possa costringere un contribuente ad avviare una lunga e costosa azione legale pur sapendo che le pretese erano prescritte. Urge dunque la figura di un’Authority indipendente e dotata di veri poteri, in modo da sanzionare i funzionari dell’Agenzia delle Entrate e Inps responsabili di errori e disagi ai danni dei contribuenti. Per questo motivo insieme a UnilavoroPMI abbiamo presentato nei mesi scorsi una petizione in Senato proprio per chiedere una riforma urgente del Garante del Contribuente (si veda articolo “Professionisti in Senato: Salviamo il Garante del Contribuente").