Pec del Fisco errate e tasse annullate: che succede?
Avv. M. Sances
Dopo la sentenza di Milano che ha annullato migliaia di euro di tasse richieste via pec da Agenzia Riscossione tanti sono i dubbi. Per l’Avv. Sances “I contribuenti hanno bisogno di chiarezza”.
Sta avendo notevole clamore la sentenza n.4405/17/2024 della Corte Tributaria di Milano pubblicata nelle settimane scorse e che ha annullato una cartella esattoriale da migliaia di euro perché inviata via pec da ADER con un indirizzo non ufficiale (ecco la sentenza).
Sul punto i giudici lombardi dichiarano “…il Collegio ritiene che detto indirizzo non sia valido e quindi la notifica non risulta eseguita. La notifica degli atti tributari sostanziali e processuali, effettuata mediante un indirizzo di posta elettronica certificata non iscritta nei pubblici registri, è inesistente e, come tale, non suscettibile di sanatoria”. Tutto ciò sta creando notevole confusione tra i contribuenti.
Per fare chiarezza abbiamo chiesto chiarimenti all’Avv. Matteo Sances che da tempo ha analizzato tali problematiche tanto da segnalare circa due anni fa l’ordinanza del Tribunale di Lecce che aveva sospeso un pignoramento esattoriale da oltre 800.000 euro di tributi proprio perché le cartelle esattoriali erano state inviate dal Fisco attraverso pec non presenti in pubblici registri (ecco ordinanza del 19.07.2022 del Tribunale di Lecce).
Avv. Sances, qual è la situazione degli atti inviati via pec?
Purtroppo la situazione attuale, nonostante questa sentenza, non tutela al meglio i contribuenti poiché recentemente la Suprema Corte ha ritenuto valide pec inviate da Agenzia delle Entrate Riscossione anche se partite da indirizzi non presenti nei pubblici registri (ad es. sentenza Cass n.6015/2023).
Tale posizione non mi trova assolutamente d’accordo e il motivo è ben spiegato proprio dai giudici milanesi in questa recente sentenza n.4405/2024 dove dichiarano che “… in una situazione dove si evolvono continuamente frodi telematiche di ogni tipo e proliferano truffe di ogni genere, occorre avere l’assoluta certezza della genuinità del mittente”.
Spero si possa capire la gravità della situazione perché in questo momento secondo i giudici della Cassazione le aziende si trovano costrette ad aprire tutte le pec riferibili all’Agenzia delle Entrate – anche quelle sospette – rischiando di esporsi a virus informatici che potrebbero causare gravi danni.
A questo punto c’è da chiedersi perché siano stati istituiti i pubblici registri visto che hanno proprio la finalità di dare certezza ai contribuenti. La posizione della Suprema Corte, dunque, non fa altro che alimentare confusione.
Faccio presente, inoltre, che contribuiscono a creare ulteriore caos anche le stesse Amministrazioni che sui loro siti istituzionali suggeriscono di non aprire pec non ufficiali al fine di evitare virus informatici (si veda ad esempio l’avviso di Agenzia delle Entrate del 4 aprile 2024).
Ritengo tutto ciò assurdo, in quanto basterebbe che le amministrazioni aggiornassero i registri pubblici in modo da garantire ai contribuenti maggiore certezza e trasparenza.
Quello che posso consigliare è di prestare notevole attenzione alle pec non ufficiali ed eventualmente far controllare la posta elettronica da professionisti informatici per evitare virus o frodi.
Da parte mia, invece, continuerò sicuramente a segnalare queste gravi criticità.
Ringraziamo dunque l’Avv. Matteo Sances per i chiarimenti.