Prescrizione “ridotta” per i controlli della Corte dei Conti

Dott. A. Sorrento

Fisco e Dintorni

La riforma della Corte dei Conti sembra in dirittura d’arrivo con una forte riduzione dei termini di prescrizione dei controlli. Il Presidente Sorrento “Ancora meno possibilità di sanzionare i funzionari che creano danno alle imprese, dobbiamo mobilitarci e segnalare il nostro sdegno”.

 

Con il disegno di legge che si sta esaminando in Parlamento emerge la volontà di diminuire i termini del controllo da parte della Corte dei Conti e dunque di fatto risulta ancora più difficoltoso colpire i funzionari responsabili di danni e disservizi a carico della comunità (si veda Sole24ore del 26 marzo 2025).

Fa sapere il Presidente di Partite Iva Nazionali, il Cav. Antonio SorrentoAd oggi, l'art. 1, comma 2, della legge n. 20/1994 dispone che il diritto al risarcimento del danno si prescrive in ogni caso in cinque anni, decorrenti dalla data in cui si è verificato il fatto dannoso, ovvero in caso di occultamento doloso del danno, dalla data della sua scoperta. In pratica, la norma oggi vigente prevede la decorrenza della prescrizione dal momento della conoscenza effettiva del danno.

L’emendamento proposto in queste settimane, invece, prevede invece che il termine di cinque anni decorra dal fatto dannoso «indipendentemente dal momento in cui l’amministrazione o la Corte dei conti sono venuti a conoscenza del danno», salvo i casi di occultamento doloso del danno. Si tratta, a ben vedere, di una clamorosa deroga al principio generale in materia di prescrizione dei diritti, in virtù del quale il termine non decorre fino a quanto il diritto non può essere esercitato”.

Continua il Pres. SorrentoFaccio un esempio: dopo anni di processi siamo riusciti a salvare un contribuente di Bari da un clamoroso errore dell’Erario che richiedeva la bellezza di 13 milioni di euro senza avere la documentazione attestante il debito (si veda articolo Ansa sulla sentenza da 13 MILIONI di euro).

Il Tribunale di Bari in quel caso oltre ad annullare il debito condannò l’allora Equitalia a pagare oltre 12.000 euro di spese legali e questo lo denunciammo come Partite Iva Nazionali alla Corte dei Conti.

Ebbene, se la norma dovesse passare sarebbe ancora più difficile accertare la responsabilità dei funzionari che hanno causato tutto questo perché i termini sarebbero quasi sempre scaduti”.

Per questo motivo Partite Iva Nazionali comunica che sta provvedendo a fare una petizione per cancellare la modifica della norma e mobilitare tutti i contribuenti.

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