Sciopero Cgil e Uil, la maggioranza degli italiani non sta con i sindacati. Trovare nuove forme di protesta e di negoziazione
L'analisi sulla mobilitazione del 29 novembre
Maurizio Landini -Pierpaolo Bombardieri
Nello specifico, pare esserci poco supporto per lo sciopero generale del 29 novembre, poiché solo il 33% del totale campione ritiene che sia giusto
Lo sciopero del 29 novembre 2024, organizzato da CGIL e UIL, coinvolgerà tutti i settori pubblici e privati, con conseguenti disagi per i cittadini (che, fra ottobre e novembre, avranno dovuto affrontare una sequenza importante di scioperi, in particolare nel campo del trasporto pubblico).
In vista delle mobilitazioni dei sindacati contro la manovra economica del governo, l’istituto di ricerca demoscopica Swg ha voluto verificare il gradimento degli italiani per i rappresentanti dei lavoratori e rilevare il loro “sentiment” sulla loro attività. I dati raccolti sono molto interessanti. La fiducia nei sindacati appare oggi bassa, dal momento che solo il 24% degli intervistati ne dichiara “molta” o “abbastanza”. Si tratta in realtà della stessa percentuale di metà 2023, e negli ultimi 4 anni la fiducia è oscillata sempre tra il 20% e il 25%, senza grandi balzi.
Il segretario della CGIL Landini è il leader sindacale che gode del maggior gradimento tra i segretari confederali, con il 35%, mentre Bombardieri e Sbarra di Uil e Cisl sono rispettivamente al 29% e al 28%.
Nello specifico, pare poi esserci poco supporto per lo sciopero generale del 29 novembre, poiché solo il 33% del totale campione ritiene che sia giusto (ma si raggiunge il 65% tra chi vota centrosinistra). Per il 35% degli intervistati, nonostante la manovra possa essere considerata sbagliata, lo sciopero non è il metodo più adeguato per protestare.
In generale, il 66% pensa che gli scioperi abbiano ormai perso la loro efficacia, nonostante per il 52% essi continuino a rappresentare l’unico vero strumento a disposizione dei lavoratori per fare valere i propri diritti. Infine, per il 50% i sindacati ne fanno un uso strumentale.
Quello sull’efficacia degli scioperi è un dibattito aperto. Questa forma tradizionale di protesta può ancora essere utile per portare avanti istanze sindacali, ma ci sono crescenti opinioni che suggeriscono la necessità di nuove forme di protesta e di negoziazione.
Ad esempio, l'uso di campagne di sensibilizzazione sui social media, petizioni online, e altre forme di mobilitazione digitale, stanno diventando sempre più rilevanti. Non sarebbe allora il caso che le organizzazioni sindacali si consultassero maggiormente con la stessa popolazione generale, con l’opinione pubblica, prima di decidere come esercitare pressione sul governo, anziché continuare sulla scia di una tradizione storica che non sembra essersi mai rinnovata?