Ostuni, Giuseppe Primicerio racconta il progetto di inclusione sociale "Orecchiette - La pasta che vorrei"

Il progetto, portato avanti della YURI Benefit Corporation, coinvolge ragazzi con disturbo dello spettro autistico

di Sofia Gabbanini
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Il Sociale

Inclusione sociale, "Orecchiette - La pasta che vorrei": Giuseppe Primicerio racconta il progetto ad affaritaliani.it 

Orecchiette - La pasta che vorrei”: è questo il nome del progetto di inclusione sociale per ragazzi con disturbo dello spettro autistico portato avanti da Giuseppe Primicerio, Presidente della YURI Benefit Corporation, fondata per realizzare l’iniziativa sul territorio di Ostuni e dell’intera Regione Puglia. Primicerio, che si forma in ambito alberghiero e si occupa sin dalla giovane età di hospitality e food, è da circa 16 anni General Manager della Masseria Traetta di Ostuni, all’interno della quale si occupa di organizzazione a 360 gradi, di ricerca e sviluppo, risorse umane e marketing.

Negli anni, Primicerio acquisisce un’esperienza imprenditoriale che decide di trasferire nel mondo delle associazioni, seguendo l’idea, quindi, di fare impresa nel sociale. “Orecchiette - La pasta che vorrei” nasce su ispirazione del progetto “Tortellante”, sviluppato dallo chef stellato Massimo Bottura a Modena: “A marzo dello scorso anno, su suggerimento di Annamaria Bernardini De Pace, incuriosito, ho incontrato Bottura, con cui mi sono confrontato. La cosa che mi ha colpito è stata l'energia emanata dai ragazzi che lavoravano", ha raccontato Primicerio, "avevano la consapevolezza di essere in un posto di lavoro, di produzione: di fare economia". In un arco di tempo di 11 mesi circa, è stata costituita la YURI Benefit Corporation

"A maggio 2024 abbiamo organizzato nella Masseria Traetta la conferenza stampa di presentazione del progetto: erano presenti 150 persone, tra ragazzi, famiglie, associazioni e soprattutto esponenti della sanità", prosegue Primicerio

Il progetto vede il coinvolgimento di una serie di partner che coprono ambiti differenti: per la parte scientifica - componente essenziale dell'iniziativa - il referente è Vincenzo Di Donna, CEO e Co-Founder di Mhare; Fabio Sgura si occupa invece della direzione del progetto a livello medico; inoltre, sono coinvolti psichiatri, educatori e OSS. 

"La scelta di istituire una Benefit Corporation è dettata dalla voglia di far partire il progetto il prima possibile. Il problema è che - essendo una S.r.l. - l'INPS non prevede agevolazioni per le assunzioni dei ragazzi affetti dal disturbo dello spettro autistico", spiega Primicerio, sollevando un problema di grande rilevanza a livello giuridico e sociale. "La legislatura non è favorevole, e metterli a busta paga potrebbe significare privarli di altri sussidi. Questo è un problema che per una Onlus non esisterebbe, ma una Onlus sarebbe riuscita a fare quello che noi abbiamo fatto in 16 mesi in almeno quattro anni". 

Per queste problematiche, il progetto si propone di arrivare anche ai piani alti della politica, instaurando un dialogo con i rappresentanti delle istituzioni e con il Ministro per le Disabilità, così da poter garantire a questi ragazzi le condizioni migliori per potervi aderire e lavorare. Questo aspetto incrementa ancora di più l'importanza di iniziative come questa, che si autoalimentano e sostengono, accendendo il dibattito su questioni sociali e burocratiche di estrema importanza. 

I benefici sociali del progetto non si riflettono solo sui ragazzi, ma anche sull'intero ecosistema che li circonda: "Entrano in laboratorio alle 16 ed escono alle 19, permettendo così, soprattutto alle famiglie che non hanno un supporto, di poter gestire al meglio il tempo della giornata. Inoltre, gli stimoli derivanti dall'attività proseguono, ad esempio a tavola, coinvolgendo i parenti a cui far assaggiare il prodotto, frutto del lavoro di questi ragazzi. È una cura sotto molteplici punti di vista", afferma Primicerio.

L'obiettivo di “Orecchiette - La pasta che vorrei” è senza dubbio quello di espandersi su tutto il territorio nazionale. Infatti, a fine luglio si terranno dei laboratori anche a Livorno. La pasta fa bene a chi la cucina ma anche a chi l'acquista e la consuma, grazie alla miscela innovativa delle orecchiette: "Non c'è sale, ma sono impastate con acqua di mare, farina di mais, di fecola e di riso. È gluten free e si inserisce nel segmento della nutraceutica". 

"Invito tutti a sostenere il progetto, perché fare del bene fa bene. Dobbiamo permettere a questi ragazzi e alle loro famiglie di continuare a beneficiarne", ha concluso Primicerio