Bonucci: "Fuori dalla Juventus per un gioco di potere, sono dovuto scappare"

Bonucci a tutto campo, dall'addio alla Juventus al mancato passatto alla Roma. L'anno al Milan e il sogno di diventare allenatore

di redazione sport
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Leonardo Bonucci (foto Lapresse) fuori rosa, ma non è l'unico giocatore della Juventus fuori dal progetto tecnico
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BONUCCI E L'ADDIO ALLA JUVENTUS

Leonardo Bonucci torna sull'addio alla Juventus. "Io me ne sono dovuto andare quasi scappando perché qualcuno aveva deciso che doveva andare così, è stata una manifestazione di un singolo che non meritavo. Mi sembrava quasi uno scherzo, dopo più di 500 partite ricevere il ben servito così. Forse il mio percorso alla Juventus non è ancora terminato, quando penso di voler fare l'allenatore penso a quella panchina lì. Sogno? Si, di arrivare a sedermi su una panchina importante come la Juventus, mi piace pensare che questa storia non sia finita", le parole dell'ex difensore bianconero al podcast "Passa dal Bsmt" di Gianluca Gazzoli.

BONUCCI, LA JUVENTUS E ALLEGRI LE PAROLE DI UN MESE FA ALLA GAZZETTA

L'ex giocatore bianconero, solo poche settimane fa, parlando del suo rapporto con Max Allegri disse con la Gazzetta: "Ho parlato con lui l’ultima volta a maggio 2023 a Udine. Ognuno si comporta come meglio crede. Per ciò che abbiamo vissuto insieme, pur nei contrasti, penso che si potesse gestire tutto diversamente, anche il fatto di non volermi più in rosa. Se dovessi incontrarlo in un bar lo saluterei, di sicuro non lo chiamerei io per prendere un caffè".

"L'addio alla Juve è una cicatrice che fa ancora male - le parole di Bonucci -. Mi sarebbe piaciuto un finale diverso, però forse non è ancora arrivato". "Dopo la rabbia iniziale ho riflettuto, ci siamo confrontati e rinunciare all’azione legale è stata la cosa giusta, perché per me la Juve è sempre stata tutto, da quando giocavo a pallone in camera con mio fratello - ha continuato -. L'amore resta intatto e sogno di alzare la Champiosn League da allenatore della Juve".

“Sicuramente è una ferita che rimarrà perché quando dai tanto, ti aspetti anche tanto. E devo dire che la Juve a me ha dato tanto però chiudere in questa maniera è stato veramente un colpo che mai mi sarei aspettato. Che mi ha fatto male. Perché ancora oggi parlarne mi dà un po’ di dispiacere", ha detto Bonucci.

"Vedo altri giocatori che hanno giocato alla Juventus che hanno fatto meno di me ricevere il giusto tributo e io me ne sono dovuto andare quasi scappando perché qualcuno aveva deciso che doveva andare così. È stata la manifestazione di potere di un singolo che non meritavo, perché io se fossero stati chiari avrei anche accettato di andare. Se tutti avessero detto l’anno prima ‘Guarda, qua è finita’, invece a me hanno detto “Guarda, noi abbiamo delle priorità rispetto a te, però averti nel gruppo è importante”, le parole di Leonardo Bonucci.

BONUCCI E IL MANCATO PASSAGGIO ALLA ROMA UN ANNO FA

Leonardo Bonucci, ha parlato al BSMT anche del mancato passaggio alla Roma nella scorsa stagione: «L’anno scorso il passaggio alla Roma è saltato perché i tifosi dicevano: "No, uno juventino con la maglia della Roma non si può vedere". Io sono sempre stato juventino, ma quando scendo in campo gioco per la maglia che indosso. Se gioco contro la Juventus tiro indietro il piede o non do tutto? No, siamo dei professionisti».

BONUCCI E LA FINALE DI CHAMPION PERSA DALLA JUVENTUS CON IL REAL MADRID

Leo ha anche ricordato la finale di Champions persa dalla Juve contro il Real Madrid a Cardiff. "Era uscito che io avevo litigato con tutti tra il primo e il secondo tempo di Cardiff, ma non era assolutamente vero. Ho solo detto a Paulo di giocare libero perché era intimorito di prendere il secondo giallo. Sono usciti articoli in cui venivo fuori come la pecora nera del gruppo. Ho chiamato la società chiedendo se non fosse il caso di intervenire, mi dissero che non era il caso. Un patrimonio della società che viene attacco e per voi non c'è bisogno? Questo mi mandò su tutte le furie e si incrinò il rapporto definitivamente".

BONUCCI E L'ANNO AL MILAN

Bonucci e l'anno in rossonero. "Quando sono andato al Milan l'ho fatto perché non volevo essere un problema all'interno dello spogliatoio. Ho preso quella strada per non fare del male alla Juve per tutto quello che era successo negli ultimi sei mesi della stagione precedenti. Sapevo di dover andare via perché sarei stato deleterio per le squadra, mi conosco. E' stata una scelta condivisa con allenatore e direttore, che mi hanno venduto a poco per il valore di quel momento. [...] L'esultanza allo Stadium? Io ho sempre detto che non capisco chi non esulta contro la sua ex squadra: se sei stato venduto è perché la società ha deciso, non rispetti i tifosi della tua squadra e avevo ricevuto solo fischi e insulti da tutto lo stadio. Non è mai stata una mancanza di rispetto".

BONUCCI ALLENATORE

Bonucci ha anche parlato del suo futuro: "Il mio pensiero è quello di fare l'allenatore. Ho fatto la carriera che sognavo, ho vinto tantissimo con la Juventus e ho vinto un trofeo storico con la Nazionale. Non mi sono mai nascosto dietro una maschera, non ho mai nascosto di essere juventino e di amare così tanto la Juve, anche a costo di rimetterci personalmente. Poi quando sei così, sei nell'occhio del ciclone quando le cose non vanno".