Chi è Julio Velasco, il guru che ha fatto la rivoluzione nel volley in Italia sino alla gloria di Parigi 2024

Julio Velasco, ct filosofo e rivoluzionario: dal Dream Team con Zorzi-Lucchetta alla maledizione olimpica esorcizzata

di redazione sport
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Foto Ipa

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Chi è Julio Velasco, il guru che ha fatto la rivoluzione nel volley in Italia sino alla gloria di Parigi 2024

Julio Velasco è l'uomo del destino per la pallavolo italiana. Lui che - dopo mille successi alla guida della Panini Modena (la Juventus del volley negli anni '80) - aprì il ciclo vincente azzurro nel lontano 1989 in Svezia, quando la sua nazionale ricca di giovani talenti (gente che avrebbe scritto la storia di questo sport: da Zorzi a Lucchetta, passando per Bernardi, Gardini e Cantagalli) vinse il campionato Europeo.

Una medaglia d'oro che fu la premessa per un ciclo incredibile carico di vittorie conquistate da quella generazione di fenomeni: dai Mondiali (in Brasile nel 1990 un'impresa incredibile, battendo i padroni di casa in una semifinale infuocata e Cuba di Joel Despaigne che pareva invincibile, poi il bis in Grecia nel 1994), nuovi allori in Europa (complessivamente 3 titoli nel Vecchio Continente), le World League (pokerissimo di successi).

Sempre con Julio alla guida.


(foto Lapresse)

Julio? Più di un allenatore.

Un filosofo (lui che arrivò a sei esami dalla laurea) che incantava la gente quando parlava, un mental coach, un ct carismatico che catturò l'immaginario collettivo andando oltre il volley e le vittorie ottenute sul campo.

La sua fu una rivoluzione culturale, sportiva, mediatica. Simile a quella che, in quegli anni, portò Arrigo Sacchi nel calcio. Forse persino di più.

Mancò una sola cosa nella galleria dei trofei all'uomo nato a La Plata il 9 febbraio 1952 e che visse i drammatici anni della dittatura militare in Argentina negli anni '70, la repressione, i desaparecidos (il fratello di Julio, Luis, venne rapito e torturato dal regime): la vittoria dell'Olimpiade.

Già, la maledizione dei Giochi per lui e i suoi ragazzi. A Barcellona nel 1992 il Dream Team azzurro del Volley visse un pomeriggio maledetto perdendo al quinto set dei quarti di finale contro un'Olanda fortissima, ma che nessuno pensava potesse davvero battere la nostra squadra. Quattro anni, ad Atlanta '96 sembrava scritto l'appuntamento col destino: finale olimpica e azzurri carichi, favoriti, decisi a prendersi l'unico trofeo che mancava. Prendendosi una rivincita contro l'Olanda che stava nuovamente dall'altra parte della rete. La storia è nota: un altro ko al quinto set, nazionale orange in festa e medaglia d'argento per l'Italia.

Un secondo posto che fa male ancora oggi ai supporter dell'Ital-Volley, cercando un parallelo per chi non segue la pallavolo, un dolore simile a quello provato dai tifosi di calcio dopo i rigori della finale Italia-Brasile ai Mondiali di Usa '94.

Una maledizione olimpica che il volley maschile ancora non è riuscito a esorcizzare: quarti in questa rassegna di Parigi 2024 dove la speranza era di medaglia, sognando l'impresa d'oro, con Fefè De Giorgi alla guida, lui che era l'alzatore nella nazionale dei fenomeni.

Una maledizione olimpica che Velasco ha cancellato domenica 11 agosto 2024 alle Olimpiadi di Parigi, guidando l'ItalVolley femminile alla medaglia d'oro.

Missione compiuta Julio.

Parigi 2024: Velasco, 'non avevo l'ossessione dell'oro, ero comunque in pace con me stesso'

"Rivincita dopo il mancato oro di Atlanta '96? No. Io non mi sento come Baggio che dice che non ha pace perché ha sbagliato il rigore, anche lui dovrebbe essere in pace. Succede. Quella di Atlanta è stata una squadra straordinaria che ha perso una partita per due palloni. Io l'ho accettato perché è una cosa di sport. Non ho mai avuto l'ossessione che mi mancava l'oro", le parole di Julio Velasco, a Rai Sport dopo la vittoria della medaglia d'oro da parte dell'Italia del Volley femminile alle Olimpiadi di Parigi 2024.

Velasco e il futuro: “Non sono un ragazzo, forse è il momento di smettere”

Julio Velasco non esclude di smettere. Dopo la vittoria dell’oro olimpico alla guida dell’Italia, il commissario tecnico azzzurro ha detto: "Los Angeles? Per pensare alle prossime Olimpiadi è troppo presto. Abbiamo appena vinto, e poi non sono un ragazzo. Forse è il momento di smettere, dopo che ho vinto, chissà. Di sicuro nessuno mi troverà la prossima settimana".