Clostebol, cos'è lo steroide che ha messo nei guai Sinner
Tanti altri sportivi in passato hanno rischiato la carriera per questa sostanza
Il Clostebol metabolita è contenuto in una pomata Trofoderminchiamata utilizzata per curare le ferite
Jannik Sinner ha rischiato davvero grosso a causa del Clostebol metabolita, uno steroide anabolizzante che in passato ha messo nei guai decine di altri sportivi in tutto il mondo. Il tennista, risultato positivo alla sostanza a marzo in un controllo prima degli Indian Wells, potrà partecipare agli US Open ma gli sono stati ritirati il premio in denaro (circa 300mila euro) e i punti guadagnati al torneo asiatico (400).
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Il Clostebol metabolita è contenuto solo in una pomata e uno spray venduti in Italia come Trofodermin. Sulla confezione è riportata chiaramente la dicitura "doping". Viene utilizzato per curare le ferite che non si rimarginano in modo corretto oltre ad abrasioni e ulcere gravi. Il principio dopante si trasmette molto facilmente. Basta applicarne pochissimo sulla pelle perché entri in circolo tramite le ferite e l'atleta risulti positivo. In passato la sciatrice novergese Therese Johaug è stata condannata a 13 mesi per aver comprato personalmente e poi utilizzato il farmaco proibito.
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"Dopo ogni test positivo a Sinner è stata applicata una sospensione provvisoria - spiega un comunicato l'International Tennis Integrity Agency (Itia) - e in entrambe le occasioni Sinner ha fatto ricorso con successo contro la sospensione provvisoria e quindi ha potuto continuare a giocare. L'atleta ha spiegato che la sostanza era entrata nel suo organismo a causa della contaminazione da parte di un membro del team di supporto, che aveva applicato uno spray da banco (disponibile in Italia) contenente Clostebol sulla propria pelle per curare una piccola ferita. Quel membro del team di supporto ha applicato lo spray tra il 5 e il 13 marzo periodo durante il quale ha anche fornito massaggi giornalieri e terapia sportiva a Sinner con conseguente contaminazione transdermica inconsapevole".
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"Dopo aver consultato esperti scientifici, che hanno concluso che la spiegazione del giocatore era credibile, l'Itia non si è opposta ai ricorsi del giocatore per revocare le sospensioni provvisorie. È seguita un'indagine approfondita da parte dell'Itia, comprese molteplici interviste con Sinner e il suo team di supporto, tutti i quali hanno collaborato pienamente al processo. In seguito a tale indagine, e in linea con il parere scientifico indipendente, l'Itia ha accettato la spiegazione del giocatore in merito alla fonte del Clostebol trovato nel suo campione di urine e che la violazione non era intenzionale".