Decreto Crescita, Governo in tackle sul calcio. Addio ai Lukaku, Pulisic e Mourinho. Allarme rinnovi
Decreto Crescita, da Osimhen a De Ketelaere e Maignan: il nodo rinnovi per molte stelle della serie A
Decreto Crescita, Governo in tackle sul calcio. Addio ai Lukaku, Pulisic e Mourinho
L'abolizione del Decreto Crescita - in auge dal 2019 a oggi - per il calcio italiano avrebbe un impatto pesante, non a caso i 20 club di serie A, uniti, hanno scritto al Governo nelle scorse ore per scongiurare l'eventualità. Ma tutto porta a quello e la discriminante non è più 'se', ma 'quando'. A meno di un clamoroso dietrofront in zona Cesarini.
Come noto, con questa misura le squadre calcistiche possono prendere allenatori a campioni dall'estero (italiani compresi se residenti da due anni fuori dai confini, ad esempio il ritorno di De Zerbi dalla prossima stagione teoricamente sarebbe più semplice con le attuali norme) avendo uno sconto sulle tasse al lordo. Un aiutino per portare in serie A i vari Thuram, Pavard, Sommer (Inter), Loftus Cheek, Pulisic, Chuckwueze, Lukaku e Mourinho in questi ultimi 4 anni.
Solo per fare qualche esempio, ma sono decine di giocatori che hanno permesso al nostro campionato di crescere dal punto di vista della competitività e alle squadre italiane di essere più performanti nelle coppe europee: al di là dell'exploit della scorsa stagione (tre finaliste, più Milan in semifinale e Napoli ai quarti di Champions), con tutti i progressi del caso nel ranking Uefa, restando a quella attuale si contano 7 club su 7 che hanno passato i gironi (Milan 'retrocesso' in Europa League, ma ancora in corsa nelle competizioni continentali, così come la Roma seconda nel suo gruppo e ai playoff). Situazione che porta soldi e sponsor, riempie gli stadi con incassi supplementari. Dunque il Decreto Crescita ha sì concesso facilitazioni sugli ingaggi, ma grazie a esso poi sono entrati soldi nella filiera del calcio italiano (valore 5 miliardi di euro, non certo bruscolini e con impatto sul Pil del nostro Paese). Non solo. I soldi risparmiati sugli stipendi dei giocatori provenienti dall'estero, sono anche stati reinvestiti dai club per potenziare il proprio settore giovanile.
Senza di esso chiaramente non finirà il mondo, ma cambieranno strategie, ci saranno tagli e tutto sarà un più complicato per i club del calcio italiano che cercano di essere competitivi al di fuori dei confini nazionali.
Decreto Crescita, da Osimhen a De Ketelaere e Maignan: il nodo rinnovi
Il Decreto Crescita abolito dopo il 31 dicembre 2023 potrebbe avere un impatto negativo anche sui rinnovi di contratto di alcune stelle della serie A: tutti quelli firmati dopo l'entrata in vigore della legge di bilancio sarebbero considerati nuovi contratti. Facciamo qualche esempio, ma ce ne sarebbero moltissimi.
Victor Osimhen e il Napoli sono scadenza 2025. L'attaccante nigeriano è arrivato in Italia dal 2020, avendo comprato casa e avuto un erede su territorio italiano potrebbe allungare fino a 10 anni i vantaggi fiscali: l'accordo ai dettagli, ma se si andasse oltre il 31 dicembre 2023, il suo stipendio da 10 milioni bonus compresi anziche costare poco più di 12 al lordo (vantaggi al 75% per squadra del sud) ne costerebbe 20.
Charles De Ketelaere è in prestito con diritto di riscatto all'Atalanta dal Milan. Il club orobico per mantenere i benefici del Decreto Crescita sull'ex Bruges dovrebbe riscattarlo per 25 milioni entro il 31 dicembre facendogli così firmare il nuovo accordo in tempo per confermare i vantaggi. In caso di rientro in rossonero a fine stagione, resterebbero gli attuali benefici sino al 30 giugno 2027.
Il Milan lavora per il rinnovo di Mike Maignan (in scadenza nel 2026) a 5 milioni di euro netti: solo che nel 2024 diventerebbero 10 al lordo, entro il 31 dicembre sarebbero 7. Sempre in casa rossonera ci sarebbe poi il nodo Giroud (Olivier è in scadenza a giugno) e Jovic (il Diavolo ha opzione di rinnovo, ma al 31 dicembre 2023 ci sarebbe i vantaggi fiscali del caso, poi sparirebbero).
Henrik Mkhitaryan è in scadenza a fine stagione con l'Inter e vale il discorso fatto qui sopra: dal primo gennaio i vantaggi sulla tassazione del lordo dello stipendio svaniranno.
La Juventus e Moise Kean? L'attaccante era rientrato col Decreto Crescita e avrà i benefici dovuti ad esso nel suo contratto sino al 30 giugno 2025. Giuntoli però è al lavoro per 'spalmare' il suo contratto (e non solo il suo), ma dal primo gennaio la situazione sarebbe più complicata senza il Decreto Crescita.
Decreto Crescita addio, Lega, 'pensiamo a famiglie e non ai milionari
"Assurdo, in un momento di difficoltà per tante famiglie italiane, che qualcuno pensi a fare sconti fiscali agli atleti stranieri che guadagnano milioni. Anche alla luce dei tanti problemi del nostro calcio, che proprio negli ultimi anni si sono aggravati confermando i troppi limiti di chi governa il mondo del pallone”. Così fonti della Lega per Salvini Premier dopo le parole di Gabriele Gravina sul decreto crescita.
Gravina, 'decreto crescita? Abodi lavora su eliminazione graduale, attendiamo indicazioni'
“Decreto crescita? Il mio interlocutore è il ministro per lo sport che ho visto lunedì, mi ha parlato di un’eliminazione della norma in modo graduale. Si sta lavorando su questo e aspettiamo indicazioni da parte sua e le proposte all’interno del consiglio dei ministri”. Così il presidente della Figc, Gabriele Gravina, nella conferenza stampa post consiglio. “Ho espresso dal primo momento una contrarietà assoluta al decreto crescita. Oggi però dobbiamo tener conto che ha generato degli effetti e l’eliminazione assoluta creerebbe effetti contrari rispetto ai vantaggi e benefici rispetto all’abrogazione. Con Assocalciatori e componenti professionistiche vogliamo confrontarci per trovare una mediazione. Il tetto del milione di euro ha generato qualche effetto positivo, ma serve ancora un approfondimento”.