Gigi Riva: dal no alla Juve al Pallone d'Oro sfumato (vinto da Rivera). E quella notte drammatica col 'Boia del Prater'...

Gigi Riva se n'è andato, non solo lo scudetto col Cagliari: le 5 cose da ricordare sul grande Rombo di Tuono

Di Giordano Brega
Gigi Riva e Gianni Rivera in nazionale, insieme furono protagonisti ai Mondiali di Messico '70, dove gli azzurri vinsero la storica semifinale Italia-Germania 4-3 (gol del 3-2 di Rombo di Tuono con un mancino fulminante e poi 4-3 finale dell'ex leggenda milanista) prima di perdere la finale 4-1 contro l'invincibile Brasile di Pelè (foto Ipa)
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Gigi Riva e lo scudetto del Cagliari

Gigi Riva sarà ricordato per sempre come un eroe del calcio italiano, ma prima di tutto come simbolo di Cagliari e del Cagliari. Lui che trascinò la squadra dalla prima storica promozione in serie A allo scudetto, l'impresa più sensazionale negli ultimi 50 anni dentro ai nostri confini (assieme a quella compiuta dal Verona di Osvaldo Bagnoli con l'indimenticabile Preben Larsen Elkjaer centravanti). “Nel calcio ho trovato quello che la vita non mi aveva dato. Non ho avuto un’infanzia facile, ho perso mio padre, mia sorella e mia madre, dimenticavo tutto per un momento soltanto quando giocavo a pallone. E a Cagliari ho avuto un po’ di serenità, un minimo, anche grazie ai miei compagni che mi hanno sempre aiutato. E grazie alla Sardegna che ha sempre manifestato grande affetto”, disse di recente a La Repubblica.

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1- Gigi Riva e il miliardo della Juventus di Gianni Agnelli

Rombo di Tuono, nato a Leggiuno (in provincia di Varese) e sardo d'adozione con la bandiera dei 4 Mori dentro al suo cuore, al punto da rifiutare la Juventus dell'Avvocato Agnelli. Quasi impossibile resistere alla tentazione di vestire la maglia bianconera e il miliardo di 'vecchie' lire pronto per lui come ingaggio. «Quando Arrica, il mio presidente, scoprì che non andavo, non fu contento per niente. Ma non sono testone: io ero una persona chiusa, avevo avuto un’infanzia tragica, i miei genitori erano mancati presto. Poi sono venuto a Cagliari e abbiamo costruito una gran bella cosa: lo scudetto era il sogno di ogni squadra», raccontò Gigi Riva in una recente intervista al Corsera.

2- Gigi Riva e quel Pallone d'Oro vinto da Gianni Rivera

Intervista in cui Rombo di Tuono ha rivelato anche un altro retroscena, legato al Pallone d'Oro: nel 1969 finì secondo alle spalle di Gianni Rivera, per soli 4 punti (mentre nel 1970 fu terzo dietro Gerd Müller e Bobby Moore). Lui che in quel biennio fu simbolo della nazionale azzurra campione d'Europa, vice-campione del mondo ai Mondiali del Messico (sconfitta 4-1 in finale dal Brasile di Pelè) e ovviamente re del Cagliari campione d'Italia. Alla domanda 'Ha digerito il Pallone d’oro dato a Rivera e non a lei?' Gigi Riva confessò: "No, non ancora. Mi era stato promesso che l’anno dopo sarebbe toccato a me e poi invece mi sono fatto male".

3- Gigi Riva e il "boia del Prater"

L'infortunio. Grave. Che cambiò la carriera di Gigi Riva, causatogli da Norbert Hof, che divenne famoso come il «boia del Prater» per avergli spezzato una gamba durante Italia-Austria del 31 ottobre 1970. «Ma sì, l’ho perdonato. Certo, poteva evitare quell’entrata. Però dopo due anni mi sono fratturato un’altra volta e lì mi sono fatto male da solo...", confessò al Corsera. Dopo il grave infortunio subito da Riva in nazionale il Cagliari accusò un duro colpo: perse la testa della classifica (finì settimo) e venne eliminato agli ottavi di finale della Coppa dei Campioni. Ma Gigi fu più forte della sfortuna: riprese a giocare sul finire del campionato 1970-1971, segnando 4 reti nelle ultime 4 partite. E nel torneo successivo tornò a splendere: 21 reti in 30 gare disputate, che portarono arrivare i sardi al quarto posto in Serie A.

4- Gigi Riva e Fabrizio De André, la maglia del Cagliari e la chitarra....

Non solo calcio. E' passato alla storia anche quell'incontro con Fabrizio De Andrè. È il 14 settembre 1969, dopo una partita a Marassi di un Cagliari che in quel campionato avrebbe vinto l’unico e storico scudetto, Gigi Riva va a trovare il cantante a casa sua a Genova. "Avevamo brindato con un bel po’ di whisky, vincendo entrambi la timidezza", raccontò Rombo di Tuono al Corsera. Un incontro che è diventato anche uno spettacolo teatrale da parte di Federico Buffa (che su Sky raccontò il mito del calcio italiano in uno speciale di due puntate "Gigi Riva, l’uomo che nacque due volte".

"Ci ha lasciato una leggenda del calcio e una bellissima persona: Gigi Riva. Mi ricordo ancora quando venne a trovare mio padre a Genova, era un suo grande fan". In un post commovente su Instagram Cristiano De André ha ricordato l'antica amicizia tra i due sardi d'adozione, suo padre Fabrizio De André e Gigi Riva. "C'ero anche io presente quel giorno nel salotto di casa - ricorda - Gli regalò la sua maglia n. 11 del Cagliari che poi finì a me per un lungo periodo e con la quale me ne andavo orgoglioso a giocare a pallone con i miei compagni di scuola. Purtroppo, negli  spogliatoi, qualche anno dopo me la rubarono.  Sono onorato di aver recitato nel 2022 a l'Agnata, una piccola parte nel film di Riccardo Milani "Nel nostro cielo un rombo di tuono". In quel film interpreto mio padre mentre gli regala la sua chitarra. Arrivederci Gigi, rimarrai nei nostri cuori per sempre. Che il viaggio ti sia lieve. Un abbraccio ai figli Nicola e Mauro"

5- Gigi Riva, come nacque Rombo di Tuono di Gianni Brera

"C’è una storia dietro questa cosa. Gianni Brera era venuto una mattina accompagnato dai dirigenti del Cagliari a vedere l’allenamento - raccontò Gigi Riva in un'intervista al Giornale - Io stavo provando delle punizioni dal limite dell’area, e lui rimase colpito dal fatto che sentiva come un rumore di tuono"

Scrisse Gianni Brera (sulle pagine del Guerin Sportivo), ufficializzando il soprannome di Gigi Riva per la prima volta dopo un Inter-Cagliari 1-3.  "Il Cagliari ha subito infilato e umiliato l'Inter a San Siro. Oltre 70mila spettatori: se li è meritati Riva, che qui soprannomino Rombo di Tuono". Eccolo, il secondo nome di Gigi: per dare l'idea della possanza dell'attaccante, del suo sinistro terrificante per potenza ed efficacia, del suo incedere minaccioso verso la porta avversaria. Rombo di Tuono resterà nella storia, come nella storia resterà Gigi Riva".

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