Il nipote di Papa Francesco va in goal: giocatore in serie D. "I compagni in campo mi chiedono la benedizione"
Felipe Bergoglio, nipote di Papa Francesco, dall'Argentina vola in Italia: nuovo giocatore del club Trestina. Il racconto
Felipe Bergoglio, nipote del Papa: "Faccio il calciatore, i compagni di squadra mi chiedono di benedirli"
Dall’Argentina all’Italia: Felipe Bergoglio, pro nipote di Papa Francesco, approda allo Sporting Club Trestina, club dell’alto Tevere umbro nella frazione di Città Castello, per giocare nel girone E della Serie D. Dopo aver lasciato Cordoba, il giovane punta tutto su una nuova avventura. Il 20enne però, nonostante il cognome di peso, si dice sereno. Raggiunto dal Messaggero racconta: “Non è un peso ma un onore, qualcosa che mi rende veramente orgoglioso. Ogni volta che pronuncio il mio nome, oppure mostro il documento, la domanda di chi mi sta davanti è sempre inevitabile. Ci ero abituato già in Argentina e in Italia la cosa è diventata molto più frequente, fin da quando sono arrivato. Mi chiedono se c’è un legame e io naturalmente racconto come stanno le cose”.
Il legame tra il Papa e il pronipote Felipe Bergoglio
"Mio nonno Jorge, racconta Felipe, si chiama proprio come il Santo Padre e tanti, quando venne nominato, pensarono che fosse appunto mio nonno. Avevo nove anni ma ricordo bene quei momenti di festa in casa. Io e mia sorella contiamo nei prossimi mesi di raggiungere Roma e conoscerlo di persona: non vedo l’ora e sono sicuro che sarà per noi una grande emozione. Mio padre Matias ha incontrato più volte Papa Francesco e mi ha detto che s’informa spesso della nostra famiglia, vuole sapere tutto. Tra Buenos Aires, dove stava il Papa, e Córdoba ci sono circa 700 chilometri, la lontananza ci ha fatti perdere di vista ma di fatto il legame, come ricordano spesso i miei genitori, c’è sempre stato”.
E sulla fede spiega: “Da bambino non è soltanto per il fatto di avere uno zio che è diventato Papa. Sono un credente convinto. Ci sono episodi particolari tra qualche battuta che viene fuori con una certa facilità. I miei compagni di squadra spesso mi chiedono una benedizione prima delle partite e capita anche quando s’infortunano. Ormai ci sono abituato e su questo sorridiamo insieme ogni volta”.