Le "cessioni eccellenti" della nuova Inter dei giovani

Oaktree detta la linea: basta parametri zero, largo ai giovani. E bisogna vendere per fare cassa. Ecco chi partirà

di Andrea Soglio
Sport

Le cessioni dell'Inter nella rivoluzione "giovani" voluta da Oaktree

L'Inter cambia, cambia filosofia come annunciato ieri da Beppe Marotta al termine del cda con accanto i vertici di Oaktree, il fondo proprietario da più di un anno della squadra nerazzurra. Una filosofia del tutto opposta a quella della fine dell'epoca Suning, fatta di zero soldi nelle casse, un proprietario lontano e, sul mercato, di parametri zero. Nomi? Chalanoglu, Mkhitaryan, Acerbi, Zielinski, Taremi tanto per fare alcuni esempi, giocatori "fatti e finiti" senza costi per il cartellino, ingaggi alti e, soprattutto, essendo nella fase finale della carriera (più o meno), difficilmente rivendibili. Giocatori insomma che non danno modo di fare le cosiddette "plusvalenze".

Ecco il nuovo "mantra". Basta spendere zero per un giocatore e poi incassare zero a fine contratto, basta. Serve guadagnare, quindi ecco il via libera ad investimenti (contenuti, nell'ordine dei 20-30 mln) per un giocatore giovane che crescendo si potrebbe poi rivendere ad una cifra superiore. Ed è in quest'ottica che rientra l'acquisto già concluso di Petar Sucic, 21enne croato oppure il tentativo in atto per portarsi a casa il prossimo anno Nico Paz, il super talento del Como (ma di proprietà del Real Madrid).

Largo ai giovani, quindi. Ma per uno che entra ci dev'essere per forza qualcuno che esce, anche per abbassare il monte ingaggi, ancora oltre i limiti di guardia per una società il cui bilancio comunque si sta avvicinando alla parità.

Frattesi, si sa, di fatto viene considerato già ceduto. A gennaio alla fine il centrocampista è rimasto al palo in attesa (si dice nel mondo del calciomercato) di un'offerta della Roma che alla fine non è mai arrivata. È solo una questione di tempo. La prossima estate il giocatore farà di tutto per partire non sopportando più lo scarso utilizzo della gestione Inzaghi. Ma questo non basta; serve una partenza eccellente.

Ed il primo della lista è Hakan Chalanoglu.

Per i due semplici motivi su cui si basa qualsiasi trattativa di vendita-acquisto. Le richieste infatti non mancano per quello che alla fine dello scorso anno era considerato uno dei migliori 3 centrocampisti del mondo con Rodri e Bellingham. E dall'altra parte anche l'Inter non considererebbe la vendita un dramma assoluto. Ad Appiano ed in sede in diversi pensano che il turco sia arrivato al suo massimo e che stia per cominciare la parabola discendente. Anche perché già in questa stagione i piccoli infortuni a catena di fatto lo hanno limitato nelle partite giocate e nella qualità delle prestazioni.

Va ricordato che Chalanoglu ha un contratto, rinnovato, in scadenza nel 2027 con ingaggio a salire attorno ai 7 milioni netti a stagione. Una vendita per 40-50 milioni porterebbe ad una plusvalenza notevole oltre ad un bel risparmio nel monte ingaggi dato che verrebbe sostituito con un giocatore dallo stipendio molto inferiore (anche del 70%).

Più complesse le cessioni dei big italiani (Barella, Bastoni, Di Marco che hanno giurato amore eterno alla squadra ed a Milano), e quasi impossibile quella di Lautaro (che sogna di chiudere la carriera in nerazzurro) l'altro big su cui si potrebbe fare un clamoroso sacrificio resta Marcus Thuram. La società vorrebbe tenerlo a tutti i costi ma davanti ad un'eventuale offerta clamorosa (sopra i 90 milioni) difficile dire di no.

Certo, poi dipenderà molto dai risultati e dalle prestazioni, soprattutto in Europa. Ogni passaggio di turno in Champions porta ad un guadagndo di almeno 20 milioni; un eventuale approdo in semifinale quindi significherebbe 40-50 milioni complessivi oltre ai 45 già incassati. E tanto basterebbe ad Oaktree per ritenersi soddisfatta. Forse...

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