L'Inter non ha perso lo scudetto con la Roma. Lo ha perso prima

I retroscena sulle analisi post sconfitta di ieri a San Siro dei tecnici nerazzurri

di Andrea Soglio
Sport

Inter, ecco le ragioni dello Scudetto perso

C’è un dato di cui si parla poco ma che ieri a San Siro, dopo la sconfitta con la Roma che di fatto ha chiuso il sogno Scudetto, teneva banco tra dirigenti e staff tecnico nelle analisi sull’Inter: -18, meno diciotto punti. Sono quelli che la squadra di Simone Inzaghi ha di differenza rispetto alla stessa giornata dello scorso campionato, 71 contro 89. Un numero enorme che non si può spiegare solo con la crisi di aprile (legata agli impegni senza sosta della squadra) e che allarga l’analisi della stagione fin dall’estate scorsa, con vista anche sul futuro. La convinzione è che lo Scudetto sia stato perso a tappe, a piccoli bocconi, come le briciole di Pollicino, lasciate dall’estate scorsa lungo il percorso, e per diversi motivi:

TESTA

La componente mentale è fondamentale. Un anno fa i nerazzurri erano “in missione” per la seconda Stella. Il ventesimo scudetto è stato una bellissima ossessione fin dalla prima giornata ed il Campionato dominato in lungo ed in largo. La squadra che in Champions zoppicava in Serie A dominava a suon di goleade, di successi ampi negli scontri diretti e di bel gioco. Ma dietro tutto c’era “fame”, quella che quest’anno è mancata, soprattutto all’inizio dove l’Inter ha perso punti preziosi. Fame che vuol dire ad esempio attenzione difensiva: in tutto il campionato ’23-’24 i gol subiti dai nerazzurri sono stati 22, ad oggi siamo a 32, il 50% in più, e mancano ancora 4 gare.

PREPARAZIONE ATLETICA e INFORTUNI

Al via della stagione l’Inter si è presentata post Europei e Copa America con alcuni giocatori in forte ritardo di condizione; il caso di Lautaro Martinez è sintomatico. Il capitano dell’Inter di fatto non ha potuto effettuare la preparazione ed i primi 3-4 mesi sono stati molto al di sotto delle sue possibilità. Preparazione limitata significa anche infortuni. La lista dei problemi muscolari dell’Inter non ha precedenti nella gestione Inzaghi. Vero è che la squadra ha giocato di più rispetto agli anni passati (53 partite ufficiali al momento) ma questo non basta a spiegare la catena di problema che non si è mai fermata.

MERCATO

Sembrerà strano ma anche il mercato ha avuto il suo peso. In attacco, soprattutto, dove si è puntato tutto su Taremi. L’iraniano era visto come “terzo” di lusso, dalla forte esperienza internazionale. Invece ha deluso e proprio davanti i nerazzurri si sono scoperti deboli, debolissimi visto l’apporto poco produttivo di Arnautovic e quello del tutto negativo di Correa. 

CHAMPIONS LEAGUE

È poi del tutto evidente che in questa stagione ci siano state due Inter: quella di campionato e quella europea. Una differenza raccontata in maniera chiara dai numeri. Nella fase a gironi 6 vittorie, un pareggio ed una sconfitta con complessivamente un solo gol subito. Poi due successi negli ottavi con il Feyenoord (ed il secondo gol subito) ed infine una vittoria ed un pareggio (con tre gol subiti) nei quarti con il Bayern Monaco. Totale: 9 vittorie, due pareggi, una sconfitta. Con un simile percorso in Serie A lo scudetto sarebbe stato caso chiuso a marzo. Cosa ci sia dietro una tale differenza? Si torni al punto uno, la testa. È ovvio che la squadra è stata sempre più concentrata sulle notti europee che sul campionato (che forse qualcuno riteneva di poter vincere anche giocando al 50%).

Per quanto riguarda la semifinale però la sensazione anche ieri era chiara: il Barcellona è fortissimo ma concede. Molto se non tutto dipende dalla gara in Spagna in cui l’importante è uscirne senza sprofondare; per essere chiari anche una sconfitta con un gol di scarto è ritenuta sostenibile e recuperabile.

COPPA ITALIA

C’è stato anche chi ha indicato nella sfida dei quarti di finale contro la Lazio, dello scorso 25 febbraio, uno snodo cruciale. Il passaggio del turno ha infatti portato l’Inter ai due derby di coppa che nessuno avrebbe voluto. Fa sorridere ricordare che quella sera la squadra, imbottita di riserve, vinse con un clamoroso gol di Arnautovic al volo da 25 metri. “La giocata più bella nel momento meno utile…” ha commentato qualcuno

FUTURO

Si guarda quindi già al domani, partendo da un gruppo solido ma non così strapotente come da narrazione comune. L’Inter non ha le famose “due squadre” e soprattutto bisogna svecchiare la rosa. Sommer, Darmian, Mkhitaryan, Acerbi, sono agli sgoccioli; l’attacco è da ricostruire in toto dietro Lautaro e Thuram. A centrocampo è già arrivato Sucic (che dovrebbe prendere il posto di Frattesi, anche se la sua cessione non sembra più così sicura visto che Asllani è stato definitivamente bocciato e potrebbe andare via in prestito). Per l’attacco c’è grossa fiducia sull’arrivo di Jonathan David, il canadese del Lilla. Ma si guarda anche a Castro del Bologna (mentre più lontano pare il sogno Nico Paz del Como). Dopo tre anni di mercato a costo zero Oaktree, forte anche dei maxi ricavi Champions di quest’anno, ha dato il via libera alle spese (non enormi e solo per giovani di prospettiva). Possibile quindi altri investimenti.

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