Jannik Sinner, numero uno incontentabile: "Ecco che cosa mi manca per diventare completo"
Il fuoriclasse italiano di tennis si racconta dopo il trionfo agli Australian Open
Tennis, Jannik Sinner svela come ha festeggiato dopo gli Australian Open
Jannik Sinner è un campione e lo si vede non solo dai risultati che ottiene a tennis ma anche dalla sua continua voglia di migliorarsi e non accontentarsi. Il secondo successo consecutivo agli Australian Open lo ha festeggiato ancora una volta senza eccessi: "Una piccola festa con gli amici, mio fratello che vedo poco e il team che ormai è una seconda famiglia. Momenti semplici - spiega Sinner a Il Corriere della Sera - da condividere dopo due settimane caotiche. Ci siamo riuniti tra di noi per una cenetta: abbiamo trovato il nostro tempo e il nostro spazio". Poi Sinner torna a concentrarsi sul suo lavoro: "Posso fare ancora meglio. L'obiettivo è diventare completo, devo crescere sulla terra e sull’erba".
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Il tennista numero uno al mondo, non perde le speranze e spera di poter continuare a essere allenato da coach Darren Cahill, nonostante l'annuncio di un ritiro a fine anno. "Il coaching di Darren - prosegue Sinner a Il Corriere - comincia in campo, ma poi esce anche fuori, nella vita. Con lui vado d’accordo perché capisce il suo giocatore, credo che ci sia riuscito anche con Hewitt, Agassi e Halep. Insieme a Darren imparo molto. Con Simone Vagnozzi c’è un rapporto speciale: si rispettano molto, coprono aree diverse del mio tennis. Insieme, sono formidabili. Se riuscirò a convincere Cahill a rimanere? Eh, chi lo sa, lo scopriremo in futuro. Di certo ci tenevo a vincere a Melbourne anche per lui".
Sinner si conferma anche molto profondo nei suoi pensieri, ed emerge tutta la sua sensibilità quando parla dei suoi rari insuccessi. "Il dolore quando perdo - spiega Sinner - è più forte perché noi esseri umani siamo maggiormente attaccati alle cose che non abbiamo e ci sfuggono, piuttosto a ciò che abbiamo. È un nostro difetto". Poi parla anche della scelta di non partecipare al torneo di Rotterdam, dove avrebbe difeso il titolo. "Il mio corpo ha bisogno di tempo per recuperare. Mi piacerebbe avere più libertà però io mi conosco, per me è tutto o niente: se lavoro mi dedico al tennis al cento per cento. Piuttosto preferisco prendermi un giorno in più di pausa perché quando ricomincio non mi fermo più. Durante la stagione vedremo se sarà possibile inserire qualche giorno off in più".