Juve, con l'Allegri bis è finita un'era: così nasce la rifondazione bianconera di Elkann

Juventus l'addio di Allegri e l'inizio dell'era Giuntoli l'uomo chiamato da John Elkann per "plasmare il futuro" bianconero

di redazione sport
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Juventus, Allegri e le due ere in bianconero: Max e le chiamate di Andrea Agnelli

L'era di Massimiliano Allegri è finita per la seconda volta. Max era l'uomo su cui Andrea Agnelli aveva costruito tanti dei suo trionfi bianconeri ("Grazie Max, grazie a te che hai rappresentato essere Juventus con ogni tua cellula", gli ha scritto in un tweet nelle scorse ore). Arrivato alla Juventus nell'estate 2014 all'improvviso, a metà luglio, chiamato in tutta fretta dopo il clamoroso addio di Antonio Conte: cinque anni e cinque scudetti (ma anche due finali di Champions), poi il primo addio. Il ritorno nel 2021 invocato da buona parte dei tifosi uomo della Provvidenza, per riportare la Juve a dominare in Italia dopo gli scricchiolii del biennio senza lui in panca (comunque uno scudetto con Sarri, Supercoppa Italiana e Coppa Italia con Pirlo) con un quadriennale da circa 7-7,5 milioni netti a stagione.

Juventus-Allegri, Max nell'era Elkann

Poi, con l'addio di Andrea Agnelli e il nuovo corso targato John Elkann (con presidente Gianluca Ferrero e  Maurizio Scanavino amministratore delegato), Massimiliano Allegri lo scorso campionato era rimasto saldamente in panchina. E così a fine stagione. Sorpresa? Nessuna. Impossibile o quasi divorziare con un contratto in essere di due anni. Dal punto di vista economico sarebbe stato un sacrificio pesante da 25-30 milioni che il club non poteva permettersi. In più, Max sul campo lo scorso anno è stato protagonista di un grande lavoro: nei mesi delle penalizzazioni e dei processi sportivi è riuscito a tenere alta la concentrazione della squadra conducendola sino alla qualificazione in Champions (sul campo).

E quest'anno, almeno sino a metà stagione era stato ancora più inattaccabile, con la Juve a lungo unica avversaria della corazzata Inter nella corsa scudetto. Poi un girone di ritorno in calo e il bicchiere che puoi vederlo mezzo pieno o mezzo vuoto a seconda dei punti di vista: appena 21 punti in 17 partite e tanta sofferenza, ma qualificazione in Champions e vittoria della Coppa Italia in finale contro l'Atalanta di Gasperini (doppia missione compiuta).

Juve, con l'Allegri bis è finita un'era: così nasce la rifondazione bianconera di John Elkann con Cristiano Giuntoli a pianificare la squadra

A quel punto, con un solo anno di contratto ancora in essere, l'addio a fine stagione sembrava comunque più che probabile. La tumultuosa notte dell'Olimpico ha anticipato di un paio di settimane ciò che i rumors di mercato raccontavano ormai da mesi: Cristiano Giuntoli, l'uomo scelto da Elkann per la rinascita bianconera ("Aiuterà a plasmare il futuro della Juventus", scrisse nella lettera agli azionisti Exor poco più di un mese fa), stava lavorando per costruirire un nuovo ciclo partendo da un altro allenatore. Da qui alle voci insistenti su Thiago Motta del Bologna (anche se nelle ultime ore dalla Spagna qualcuno paventa un pericolo Barcellona dopo l'addio di Xavi e dall'Inghilterra c'è chi colora Roberto De Zerbi - fresco di separazione con il Brighton - a sorpresa di bianconero).

La nuova Juventus di Cristiano Giuntoli? Come raccontava nelle scorse ore Affaritaliani.it. riparte da un tesoretto da circa 80-100 milioni (la metà andrà sul mercato, più soldi da eventuali cessioni) e tante idee. L'ex direttore sportivo era arrivato da Napoli (dove era stato protagonista nelle costruzione della squadra scudetto) la scorsa estate, ma non aveva potuto mettere praticamente mano sulla squadra. Questa è la prima vera campagna acquisti pianificata da lui (a parte l'arrivo del difensore portoghese Thiago Djalò a gennaio, oltre al prestito con dirittto di riscatto di Carlos Alcaraz). Il primo grande sogno si chiama Teun Koopmeiners, vero motore del centrocampo nell'Atalanta di Gasperini (l'olandese però vale una cinquantina di milioni e su di lui gli occhi della Premier League). Monitorato nel ruolo anche il 23enne Khéphren Thuram a un solo anno dalla scadenza di contratto (il fratello di Marcus non pare intenzionato a prolungare con il Nizza). In difesa è vicino il 22enne talento del Bologna di Thiago Motta, Riccardo Calafiori (da capire la partenza o meno di Bremer: solo se arriva un'offerta importante dalla Priemier League). Occhi bianconeri anche sul centrale (del Nizza, come Thuram), Jean-Clair Todibo (classe '99). In porta Di Gregorio del Monza dovrebbe rimpiazzare Perin e in prospettiva Szczesny.

Dusan Vlahovic? Il bomber serbo, reduce da un campionato giocato a suon di gol, rimane a meno di proposte da 80 milioni (anche se non va sottovalutato che nel prossimo biennio il suo contratto salirà a 12 mln netti a stagione), mentre in attacco sembrano destinati a partire Moise Kean e forse Milik. Da valutare la posizione di Federico Chiesa (a un anno dalla scadenza del contratto...).